DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 13 marzo 2013, n. 59
Regolamento recante la disciplina dell'autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, a norma dell'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35. (13G00101)
Vigente al: 11-11-2013
Capo I
Principi generali
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'articolo 87, quinto comma, della Costituzione;
Visto l'articolo 23 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5,
recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di
sviluppo, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012,
n. 5;
Visto l'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
recante disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della
Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai
documenti amministrativi;
Vista la legge 26 ottobre 1995, n. 447, recante legge quadro
sull'inquinamento acustico;
Visti gli articoli 20, 20-bis e 20-ter della legge 15 marzo 1997,
n. 59, recante delega al Governo per il conferimento di funzioni e
compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica
Amministrazione e per la semplificazione amministrativa;
Visto il regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6
agosto 2008, ai fini della definizione delle piccole e medie imprese;
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme
in materia ambientale;
Visti gli articoli 25 e 38 del decreto-legge 25 giugno 2008, n.
112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la
semplificazione, la competitivita', la stabilizzazione della finanza
pubblica e la perequazione tributaria, convertito, con modificazioni,
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;
Visto l'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio
2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione
finanziaria e di competitivita' economica, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000,
n. 445, recante testo unico delle disposizioni legislative e
regolamentari in materia di documentazione amministrativa;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010,
n. 160, recante regolamento per la semplificazione ed il riordino
della disciplina sullo sportello unico per le attivita' produttive,
ai sensi dell'articolo 38, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008,
n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.
133;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 19 ottobre 2011,
n. 227, recante regolamento per la semplificazione di adempimenti
amministrativi in materia ambientale gravanti sulle imprese, a norma
dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010,
n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n.
122;
Visto il decreto del Ministro delle attivita' produttive 18 aprile
2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 238 del 12 ottobre 2005,
recante adeguamento alla disciplina comunitaria dei criteri di
individuazione di piccole e medie imprese ed, in particolare,
l'articolo 2;
Visto il decreto del Ministro dello sviluppo economico e del
Ministro per la semplificazione normativa in data 10 novembre 2011,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 267 del 16 novembre 2011,
recante misure per l'attuazione dello sportello unico per le
attivita' produttive di cui all'articolo 38, comma 3-bis, del
decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni,
dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri,
adottata nella riunione del 14 settembre 2012;
Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui all'articolo
8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, espresso nella
seduta del 22 novembre 2012;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione
consultiva per gli atti normativi nell'Adunanza del 29 novembre 2012;
Acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari della
Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Ritenuto, alla luce del parere di Consiglio di Stato e delle
Commissioni parlamentari competenti, che l'autorizzazione unica
ambientale debba avere comunque una durata non inferiore al periodo
di validita' massimo previsto per le autorizzazioni da questa
sostituite, al fine di evitare maggiori oneri per le imprese, in
linea con quanto stabilito dal citato articolo 23, comma 1, lettera
c), del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 15 febbraio 2013;
Sulla proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare, del Ministro per la pubblica amministrazione e
la semplificazione e del Ministro dello sviluppo economico;
E m a n a
il seguente regolamento:
Art. 1
Ambito di applicazione
1. Il presente regolamento, in attuazione della previsione di cui
all'articolo 23, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito,
con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, si applica alle
categorie di imprese di cui all'articolo 2 del decreto del Ministro
delle attivita' produttive 18 aprile 2005, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 238 del 12 ottobre 2005, nonche' agli impianti non
soggetti alle disposizioni in materia di autorizzazione integrata
ambientale.
2. Le disposizioni del presente regolamento non si applicano ai
progetti sottoposti alla valutazione di impatto ambientale (VIA)
laddove la normativa statale e regionale disponga che il
provvedimento finale di VIA comprende e sostituisce tutti gli altri
atti di assenso, comunque denominati, in materia ambientale, ai sensi
dell'articolo 26, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152.
Art. 2
Definizioni
1. Ai fini del presente regolamento, si intende per:
a) autorizzazione unica ambientale: il provvedimento rilasciato
dallo sportello unico per le attivita' produttive, che sostituisce
gli atti di comunicazione, notifica ed autorizzazione in materia
ambientale di cui all'articolo 3;
b) autorita' competente: la Provincia o la diversa autorita'
indicata dalla normativa regionale quale competente ai fini del
rilascio, rinnovo e aggiornamento dell'autorizzazione unica
ambientale, che confluisce nel provvedimento conclusivo del
procedimento adottato dallo sportello unico per le attivita'
produttive, ai sensi dell'articolo 7 del decreto del Presidente della
Repubblica 7 settembre 2010, n. 160, ovvero nella determinazione
motivata di cui all'articolo 14-ter, comma 6-bis, della legge 7
agosto 1990, n. 241;
c) soggetti competenti in materia ambientale: le pubbliche
amministrazioni e gli enti pubblici che, in base alla normativa
vigente, intervengono nei procedimenti sostituiti dall'autorizzazione
unica ambientale;
d) gestore: la persona fisica o giuridica che ha potere
decisionale circa l'installazione o l'esercizio dello stabilimento e
che e' responsabile dell'applicazione dei limiti e delle prescrizioni
disciplinate dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
e) sportello unico per le attivita' produttive (SUAP): l'unico
punto di accesso per il richiedente in relazione a tutte le vicende
amministrative riguardanti la sua attivita' produttiva, che fornisce
una risposta unica e tempestiva in luogo di tutte le pubbliche
amministrazioni, comunque coinvolte nel procedimento, ai sensi del
decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160;
f) modifica: ogni variazione al progetto, gia' autorizzato,
realizzato o in fase di realizzazione o dell'impianto, che possa
produrre effetti sull'ambiente;
g) modifica sostanziale di un impianto: ogni modifica considerata
sostanziale ai sensi delle normative di settore che disciplinano gli
atti di comunicazione, notifica e autorizzazione in materia
ambientale compresi nell'autorizzazione unica ambientale in quanto
possa produrre effetti negativi e significativi sull'ambiente.
Capo II
Autorizzazione unica ambientale
Art. 3
Autorizzazione unica ambientale
1. Salvo quanto previsto dall'articolo 7, comma 1, i gestori degli
impianti di cui all'articolo 1 presentano domanda di autorizzazione
unica ambientale nel caso in cui siano assoggettati, ai sensi della
normativa vigente, al rilascio, alla formazione, al rinnovo o
all'aggiornamento di almeno uno dei seguenti titoli abilitativi:
a) autorizzazione agli scarichi di cui al capo II del titolo IV
della sezione II della Parte terza del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152;
b) comunicazione preventiva di cui all'articolo 112 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per l'utilizzazione agronomica
degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei
frantoi oleari e delle acque reflue provenienti dalle aziende ivi
previste;
c) autorizzazione alle emissioni in atmosfera per gli
stabilimenti di cui all'articolo 269 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152;
d) autorizzazione generale di cui all'articolo 272 del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
e) comunicazione o nulla osta di cui all'articolo 8, commi 4 o
comma 6, della legge 26 ottobre 1995, n. 447;
f) autorizzazione all'utilizzo dei fanghi derivanti dal processo
di depurazione in agricoltura di cui all'articolo 9 del decreto
legislativo 27 gennaio 1992, n. 99;
g) comunicazioni in materia di rifiuti di cui agli articoli 215 e
216 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
2. Nel rispetto della disciplina comunitaria e nazionale vigente in
materia, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
possono individuare ulteriori atti di comunicazione, notifica ed
autorizzazione in materia ambientale che possono essere compresi
nell'autorizzazione unica ambientale.
3. E' fatta comunque salva la facolta' dei gestori degli impianti
di non avvalersi dell'autorizzazione unica ambientale nel caso in cui
si tratti di attivita' soggette solo a comunicazione, ovvero ad
autorizzazione di carattere generale, ferma restando la presentazione
della comunicazione o dell'istanza per il tramite del SUAP.
4. Nei casi in cui si procede alla verifica di cui all'articolo 20
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, l'autorizzazione unica
ambientale puo' essere richiesta solo dopo che l'autorita' competente
a tale verifica abbia valutato di non assoggettare alla VIA i
relativi progetti.
5. L'autorizzazione unica ambientale contiene tutti gli elementi
previsti dalle normative di settore per le autorizzazioni e gli altri
atti che sostituisce e definisce le modalita' per lo svolgimento
delle attivita' di autocontrollo, ove previste, individuate
dall'autorita' competente tenendo conto della dimensione dell'impresa
e del settore di attivita'. In caso di scarichi contenenti sostanze
pericolose, di cui all'articolo 108 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, i gestori degli impianti autorizzati devono presentare,
almeno ogni quattro anni, una comunicazione contenente gli esiti
delle attivita' di autocontrollo all'autorita' competente, la quale
puo' procedere all'aggiornamento delle condizioni autorizzative
qualora dalla comunicazione emerga che l'inquinamento provocato
dall'attivita' e dall'impianto e' tale da renderlo necessario. Tale
aggiornamento non modifica la durata dell'autorizzazione.
6. L'autorizzazione di cui al presente articolo ha durata pari a
quindici anni a decorrere dalla data di rilascio.
Art. 4 Procedura per il rilascio dell'autorizzazione unica ambientale 1. La domanda per il rilascio dell'autorizzazione unica ambientale corredata dai documenti, dalle dichiarazioni e dalle altre attestazioni previste dalle vigenti normative di settore relative agli atti di comunicazione, notifica e autorizzazione di cui all'articolo 3, commi 1 e 2, e' presentata al SUAP che la trasmette immediatamente, in modalita' telematica all'autorita' competente e ai soggetti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), e ne verifica, in accordo con l'autorita' competente, la correttezza formale. Nella domanda sono indicati gli atti di comunicazione, notifica e autorizzazione di cui all'articolo 3, per i quali si chiede il rilascio dell'autorizzazione unica ambientale, nonche' le informazioni richieste dalle specifiche normative di settore. 2. Qualora l'autorita' competente riscontri che e' necessario integrare la documentazione presentata, lo comunica tempestivamente e in modalita' telematica al SUAP, precisando gli elementi mancanti ed il termine per il deposito delle integrazioni. 3. Le verifiche di cui ai commi 1 e 2 si concludono entro trenta giorni dal ricevimento della domanda. Decorso tale termine, in assenza di comunicazioni, l'istanza si intende correttamente presentata. Nel caso di richiesta di integrazione documentale ai sensi del comma 2, si applica l'articolo 2, comma 7, della legge 7 agosto 1990, n. 241. Qualora il gestore non abbia depositato la documentazione richiesta entro il termine fissato dall'autorita' competente, l'istanza e' archiviata, fatta salva la facolta' per il gestore di chiedere una proroga in ragione della complessita' della documentazione da presentare; in tal caso, il termine e' sospeso per il tempo della proroga. 4. Se l'autorizzazione unica ambientale sostituisce i titoli abilitativi per i quali la conclusione del procedimento e' fissata in un termine inferiore o pari a novanta giorni, l'autorita' competente adotta il provvedimento nel termine di novanta giorni dalla presentazione della domanda e lo trasmette immediatamente al SUAP che, rilascia il titolo. Resta ferma la facolta' di indire la conferenza di servizi di cui all'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160. La conferenza di servizi e' sempre indetta dal SUAP nei casi previsti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e nei casi previsti dalle normative regionali e di settore che disciplinano il rilascio, la formazione, il rinnovo o l'aggiornamento dei titoli abilitativi di cui all'articolo 3, commi 1 e 2, del presente regolamento compresi nell'autorizzazione unica ambientale. 5. Se l'autorizzazione unica ambientale sostituisce i titoli abilitativi per i quali almeno uno dei termini di conclusione del procedimento e' superiore a novanta giorni, il SUAP, salvo quanto previsto al comma 7, indice, entro trenta giorni dalla ricezione della domanda, la conferenza di servizi di cui all'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160. In tale caso, l'autorita' competente adotta l'autorizzazione unica ambientale entro centoventi giorni dal ricevimento della domanda o, in caso di richiesta di integrazione della documentazione, ai sensi dell'articolo 14-ter, comma 8, della legge 7 agosto 1990, n. 241, entro il termine di centocinquanta giorni dal ricevimento della domanda medesima. Tale atto confluisce nella determinazione motivata di cui all'articolo 14-ter, comma 6-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241. I soggetti competenti in materia ambientale di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), che esprimono parere positivo possono non intervenire alla conferenza di servizi e trasmettere i relativi atti di assenso, dei quali si tiene conto ai fini della individuazione delle posizioni prevalenti per l'adozione della determinazione motivata di conclusione del procedimento, di cui all'articolo 14-ter, comma 6-bis, della legge 7 agosto 1990, n. 241. 6. Nei casi di cui ai commi 4 e 5 del presente articolo l'autorita' competente promuove il coordinamento dei soggetti competenti, anche nell'ambito della conferenza di servizi. 7. Qualora sia necessario acquisire esclusivamente l'autorizzazione unica ambientale ai fini del rilascio, della formazione, del rinnovo o dell'aggiornamento di titoli abilitativi di cui all'articolo 3, commi 1 e 2, del presente regolamento, il SUAP trasmette la relativa documentazione all'autorita' competente che, ove previsto, convoca la conferenza di servizi di cui agli articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241. L'autorita' competente adotta il provvedimento e lo trasmette immediatamente al SUAP per il rilascio del titolo. 8. L'autorita' competente trasmette, in modalita' telematica, ogni comunicazione al gestore tramite il SUAP e mette a disposizione del medesimo tutte le informazioni sulla documentazione da presentare e sull'iter relativo alla procedura di autorizzazione unica ambientale. Il SUAP, assicura a tutti gli interessati le informazioni sugli adempimenti in materia secondo quanto previsto dall'articolo 6 del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, e dall'articolo 54 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
Art. 5
Rinnovo dell'autorizzazione unica ambientale
1. Ai fini del rinnovo dell'autorizzazione unica ambientale il
titolare della stessa, almeno sei mesi prima della scadenza, invia
all'autorita' competente, tramite il SUAP, un'istanza corredata dalla
documentazione aggiornata di cui all'articolo 4, comma 1.
2. E' consentito far riferimento alla documentazione eventualmente
gia' in possesso dell'autorita' competente nel caso in cui le
condizioni d'esercizio, o comunque le informazioni in essa contenute,
siano rimaste immutate.
3. L'autorita' competente si esprime sulla domanda di rinnovo
secondo la procedura prevista dall'articolo 4.
4. Per le attivita' e gli impianti per cui le istanze di rinnovo
sono presentate nei termini di cui al comma 1, nelle more
dell'adozione del provvedimento di rinnovo, fatta salva diversa
previsione contenuta nella specifica normativa di settore,
l'esercizio dell'attivita' o dell'impianto puo' continuare sulla base
della precedente autorizzazione.
5. L'autorita' competente puo' comunque imporre il rinnovo
dell'autorizzazione, o la revisione delle prescrizioni contenute
nell'autorizzazione stessa, prima della scadenza quando:
a) le prescrizioni stabilite nella stessa impediscano o
pregiudichino il conseguimento degli obiettivi di qualita' ambientale
stabiliti dagli strumenti di pianificazione e programmazione di
settore;
b) nuove disposizioni legislative comunitarie, statali o regionali
lo esigono.
Art. 6
Modifiche
1. Il gestore che intende effettuare una modifica dell'attivita' o
dell'impianto ne da' comunicazione all'autorita' competente e, salvo
quanto previsto dal comma 3, nel caso in cui quest'ultima non si
esprima entro sessanta giorni dalla comunicazione, puo' procedere
all'esecuzione della modifica. L'autorita' competente provvede, ove
necessario, ad aggiornare l'autorizzazione in atto e tale
aggiornamento non incide sulla durata dell'autorizzazione.
2. Il gestore che intende effettuare una modifica sostanziale
presenta una domanda di autorizzazione ai sensi e per gli effetti di
cui all'articolo 4.
3. L'autorita' competente, se ritiene che la modifica comunicata ai
sensi del comma 1 e' una modifica sostanziale, nei trenta giorni
successivi alla comunicazione medesima, ordina al gestore di
presentare una domanda di autorizzazione ai sensi e per gli effetti
di cui all'articolo 4 e la modifica comunicata non puo' essere
eseguita sino al rilascio della nuova autorizzazione.
4. Le Regioni e le Province Autonome possono, nel rispetto delle
norme di settore vigenti, definire ulteriori criteri per la
qualificazione delle modifiche sostanziali e indicare modifiche non
sostanziali per le quali non vi e' l'obbligo di effettuare la
comunicazione di cui al comma 1.
Capo III
Disposizioni in materia di emissioni in atmosfera
Art. 7
Autorizzazioni di carattere generale
1. E' fatta salva la facolta' del gestore di aderire tramite il
SUAP, ricorrendone i presupposti, all'autorizzazione di carattere
generale ai sensi dell'articolo 272, comma 2, del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152. Il SUAP trasmette, per via telematica,
l'adesione all'autorita' competente.
2. Per gli stabilimenti in cui sono presenti esclusivamente gli
impianti e le attivita' di cui alla parte II dell'allegato IV alla
parte quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nelle
more dell'adozione delle autorizzazioni di carattere generale
previste dall'articolo 272, comma 2, del medesimo decreto legislativo
da parte dell'autorita' di cui all'articolo 268, comma 1, lettera o),
i gestori degli stabilimenti interessati comunicano tramite il SUAP a
tale autorita' o ad altra autorita' da questa delegata la propria
adesione alle autorizzazioni generali riportate nell'Allegato I al
presente regolamento, il quale trova applicazione in ciascuna Regione
sino all'adozione della pertinente disciplina regionale.
3. Le autorizzazioni generali adottate dalle autorita' di cui
all'articolo 268, comma 1, lettera o), del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, sostituiscono, per il territorio interessato,
quelle riportate nell'Allegato I. Sono fatte comunque salve, fino
alla scadenza, le adesioni alle autorizzazioni generali di cui
all'Allegato I.
Capo IV
Disposizioni attuative
Art. 8
Oneri istruttori e tariffe
1. In relazione ai procedimenti disciplinati nel presente
regolamento sono posti a carico dell'interessato le spese e i diritti
previsti da disposizioni di leggi statali e regionali vigenti nelle
misure ivi stabilite. Possono essere, altresi', previsti diritti di
istruttoria la cui misura, sommata agli oneri di cui al precedente
periodo, non puo' comunque eccedere quella complessivamente posta a
carico dell'interessato prima dell'entrata in vigore del presente
regolamento per i singoli procedimenti relativi ai titoli abilitanti
sostituiti dall'autorizzazione unica ambientale.
Art. 9
Monitoraggio
1. I Ministri dell'ambiente, della tutela del territorio e del
mare, dello sviluppo economico e per la pubblica amministrazione e la
semplificazione, in raccordo con la Conferenza Unificata e sentite le
associazioni imprenditoriali, predispongono forme di monitoraggio
almeno annuali sull'attuazione del presente regolamento volte a
verificare, tra l'altro, il numero delle domande presentate al SUAP,
i tempi impiegati per l'istruttoria, per l'invio telematico della
documentazione agli enti competenti e per il rilascio
dell'autorizzazione unica ambientale, nonche' il rispetto dei tempi
previsti per lo svolgimento della conferenza di servizi.
2. All'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, le
amministrazioni interessate provvedono, nel rispetto di quanto
previsto dall'articolo 12, comma 1, con le risorse umane, strumentali
e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Capo V
Disposizioni transitorie e finali
Art. 10
Disposizioni transitorie
1. I procedimenti avviati prima della data di entrata in vigore del
presente regolamento sono conclusi ai sensi delle norme vigenti al
momento dell'avvio dei procedimenti stessi.
2. L'autorizzazione unica ambientale puo' essere richiesta alla
scadenza del primo titolo abilitativo da essa sostituito.
3. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare e del Ministro per la pubblica amministrazione
e la semplificazione, di concerto con il Ministro dello sviluppo
economico, previa intesa con la Conferenza Unificata ai sensi
dell'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e'
adottato un modello semplificato e unificato per la richiesta di
autorizzazione unica ambientale. Sino all'adozione del decreto di cui
al primo periodo, le domande per l'ottenimento dell'autorizzazione
unica ambientale sono comunque presentate nel rispetto di quanto
previsto dall'articolo 4, comma 1.
Art. 11
Poteri sostitutivi e abrogazioni
1. Decorsi inutilmente i termini per la conclusione dei
procedimenti previsti dal presente regolamento, si applica l'articolo
2, commi da 9-bis a 9-quinquies, della legge 7 agosto 1990, n. 241.
2. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i poteri
sostitutivi gia' attribuiti al Ministro dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare per la conclusione dei procedimenti di cui
all'articolo 269, comma 3, e per la prosecuzione dell'esercizio degli
stabilimenti di cui all'articolo 281, comma 1, del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono attribuiti al soggetto
responsabile dei poteri sostitutivi di cui all'articolo 2, comma
9-bis, della legge 7 agosto 1990, n. 241, che li esercita con le
modalita' e nei termini dei commi 9-ter, 9-quater e 9-quinquies del
medesimo articolo.
3. Per la prosecuzione dell'esercizio degli stabilimenti di cui
all'articolo 281, commi 1 e 3, del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, in caso di mancata pronuncia entro i termini previsti,
l'esercizio degli stessi puo' essere proseguito fino alla scadenza
del termine previsto per la pronuncia del soggetto di cui
all'articolo 2, comma 9-bis, della legge 7 agosto 1990, n. 241, a cui
sia stato richiesto di provvedere ai sensi dell'articolo 269.
4. Dalla data di entrata in vigore del presente regolamento al
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) nell'articolo 269, comma 3, il quarto periodo e' abrogato;
b) nell'articolo 272, comma 2, il quarto e sesto periodo sono
abrogati;
c) nell'articolo 281:
1) al comma 1 le parole: «; in caso di mancata pronuncia entro
i termini previsti l'esercizio puo' essere proseguito fino alla
scadenza del termine previsto per la pronuncia del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a cui sia
stato richiesto di provvedere ai sensi dell'articolo 269» sono
abrogate;
2) al comma 3 le parole: «; in caso di mancata pronuncia entro
i termini previsti l'esercizio puo' essere proseguito fino alla
scadenza del termine previsto per la pronuncia del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a cui sia
stato richiesto di provvedere ai sensi dell'articolo 269» sono
abrogate;
3) al comma 4 il secondo periodo e' abrogato;
4) il comma 8 e' abrogato;
5) il comma 11 e' abrogato.
Art. 12
Clausola d'invarianza finanziaria
1. Dall'attuazione del presente provvedimento non devono derivare
nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Agli adempimenti
previsti le Amministrazioni interessate provvedono con le risorse
umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a Roma, addi' 13 marzo 2013
NAPOLITANO
Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri
Clini, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare
Patroni Griffi, Ministro per la pubblica amministrazione e la
semplificazione
Passera, Ministro dello sviluppo economico
Visto, il Guardasigilli: Severino
Registrato alla Corte dei conti il 17 maggio 2013
Ufficio controllo atti Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
e del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del
mare, registro n. 4, foglio n. 168
Allegato I
A)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Riparazione e verniciatura di carrozzerie di autoveicoli, mezzi e
macchine agricole con utilizzo di impianti a ciclo aperto e utilizzo
complessivo di prodotti vernicianti pronti all'uso giornaliero non
superiore a 20 kg.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Riparazione e verniciatura di carrozzerie di veicoli, mezzi e
macchine agricole con utilizzo di impianti a ciclo aperto e utilizzo
complessivo di prodotti vernicianti pronti all'uso giornaliero non
superiore a 20 kg.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Nell' attivita' di riparazione e verniciatura carrozzerie sono
comprese operazioni quali:
• Saldatura;
• Pulizia meccanica delle superfici metalliche;
• Preparazione di prodotti vernicianti;
tali attivita', essendo strettamente complementari all'attivita'
principale, sono ricomprese nel presente allegato tecnico.
Fasi lavorative
A. Saldatura
B. Preparazione/pulizia meccanica (carteggiatura, smerigliatura e
assimilabili)
C. Preparazione dei prodotti vernicianti
D. Applicazione delle vernici
E. Appassimento/essiccazione
F. Pulizia delle attrezzature.
Materie prime
1. Prodotti vernicianti pronti all'uso (prodotti vernicianti,
diluenti, catalizzatori)
2. Stucchi
3. Materiale di saldatura
4. Materiale per la pulizia delle attrezzature.
Concorrono al limite di 20 kg/giorno le materie prime di cui al
punto 1.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Fasi di provenienza
Sostanze inquinanti
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Per le emissioni di composti organici volatili non sono
prescritti valori limite in emissione poiche', nel caso specifico, si
ritiene opportuno intervenire esclusivamente in merito alle
caratteristiche qualitative delle materie prime utilizzate ed alle
tecnologie di applicazione. Qualora non fosse possibile rispettare
anche una sola delle condizioni relative alla qualita' dei prodotti
vernicianti, espresse nelle successive note nn. 2, 3 e 4, non si
potra' aderire alla procedura di autorizzazione in via generale
prevista dall'art. 272, comma 2 del D.Lgs. 152/06, ma dovra' essere
richiesta autorizzazione ai sensi dell'art. 269 del medesimo decreto
legislativo.
2. Non e' ammesso l'uso di prodotti vernicianti, catalizzatori,
diluenti e solventi contenenti COV:
2.1. classificati con le seguenti frasi di rischio: H350, H350i,
H340, H360D, H360FD;
2.2. contenenti impurita' in quantita' superiore complessivamente
al 0,1% in peso;
2.3. in misura superiore, nel rispetto del precedente punto 2.1, a
quanto di seguito indicato:
Parte di provvedimento in formato grafico
3. Non sono ammessi prodotti vernicianti contenenti composti di Cr,
Pb, Cd nella pigmentazione.
4. I singoli prodotti vernicianti e diluenti dovranno contenere COV
in misura non superiore ai valori (espressi in g/l) della seguente
tabella (D.Lgs. 161/2006 e s.m. e i.):
Parte di provvedimento in formato grafico
5. Per la verifica del rispetto delle condizioni indicate alle note
nn. 2, 3, 4, la ditta dovra' tenere a disposizione degli Enti
preposti al controllo la seguente documentazione:
5.1. dichiarazione del produttore (Scheda di Conformita', secondo
il modello riportato di seguito) attestante la conformita' dei
prodotti utilizzati (smalti, fondi ecc.) a quanto prescritto dalla
normativa vigente (D.Lgs. 161/2006 e s.m. e i.);
5.2. elenco dei prodotti utilizzati (smalti, fondi ecc.), da
allegare ad ogni scheda di conformita'.
6. In deroga agli impianti previsti per l'abbattimento delle
polveri da carteggiatura, potra' essere utilizzato un sistema a secco
basato sul principio dei separatori a mezzo filtrante anche se non
contemplato dalle schede identificative riportate nella parte finale
del presente ALLEGATO, purche' l'esercente dimostri analiticamente
l'efficienza del sistema e dichiari la tipologia e la tempistica
delle operazioni di manutenzione.
7. Per la riduzione delle emissioni di materiale particellare
(particolato residuo) derivanti da operazioni di verniciatura a
spruzzo, dovranno essere utilizzate apparecchiature applicative ad
alta efficienza di trasferimento.
In assenza di impianti di abbattimento, le cabine di applicazione
dovranno essere dotate di almeno uno dei seguenti
sistemi di contenimento:
- Ad umido - a velo d'acqua, con labirinti, nebulizzatori, ecc.,
con eventuale separatore di gocce terminale;
- A secco - materassino filtrante di grammatura >= 350 g/m2 o
sistemi assimilabili;
8. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
8.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
8.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
8.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una della schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Definizioni
PRODOTTI PER CARROZZERIA:
a. prodotti preparatori e di pulizia: prodotti destinati ad
eliminare, con azione meccanica o chimica, i preesistenti
rivestimenti e gli ossidi metallici o a fornire una base per
l'applicazione di nuovi rivestimenti; tali prodotti comprendono:
- prodotti preparatori: i detergenti per la pulizia delle pistole a
spruzzo e di altre apparecchiature e i prodotti per eliminare il
silicone;
- predetergenti: i detergenti per la rimozione di contaminanti
dalla superficie durante la preparazione e prima dell'applicazione di
prodotti vernicianti;
b. stucco/mastice: composti densi destinati ad essere applicati per
riempire profonde imperfezioni della superficie prima di applicare il
surfacer/filler;
c. primer: qualsiasi tipo di rivestimento destinato ad essere
applicato sul metallo nudo o su finiture esistenti, per assicurare
una protezione contro la corrosione, prima dell'applicazione di uno
strato di finitura; tali prodotti comprendono:
- surfacer/filler: rivestimento da usare immediatamente prima dello
strato di finitura allo scopo di assicurare la resistenza alla
corrosione e l'adesione dello strato di finitura e di ottenere la
formazione di una superficie uniforme riempiendo le piccole
imperfezioni della superficie stessa;
- primer universali per metalli: i rivestimenti destinati ad essere
applicati come prima mano, quali i promotori di adesione, gli
isolanti, i fondi, i sottofondi, i primer in plastica, i fondi
riempitivi bagnato su bagnato non carteggiabili e i fondi riempitivi
a spruzzo;
- wash primer:
- rivestimenti contenenti almeno lo 0,5% in peso di acido
fosforico e destinati ad essere applicati direttamente sulle
superfici metalliche nude per assicurare resistenza alla corrosione e
adesione;
- primer saldabili;
- soluzioni mordenti per superfici galvanizzate e zincate;
d. strato di finitura (topcoat): rivestimento pigmentato destinato
ad essere applicato in un solo strato o in piu' strati per conferire
brillantezza e durata; sono inclusi tutti i prodotti di finitura,
come le basi «base coating» (rivestimento contenente pigmenti che
serve a conferire al sistema di verniciatura il colore e qualsiasi
effetto ottico desiderato ma non la brillantezza o la resistenza
della superficie) e le vernici trasparenti «clear coating»
(rivestimento trasparente che conferisce al sistema di verniciatura
la brillantezza finale e le proprieta' di resistenza richieste);
e. finiture speciali: rivestimenti destinati ad essere applicati
come finiture per conferire proprieta' speciali (come effetti
metallici o perlati in un unico strato), strati di colore uniforme o
trasparenti ad alte prestazioni (per esempio, le vernici trasparenti
antigraffio e fluorurate), basi riflettenti, finiture testurizzate
(per esempio, con effetto martellato), rivestimenti antiscivolo,
sigillanti sottoscocca, rivestimenti antisasso, finiture interne.
Sono inclusi gli aerosol.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
(filtro a tessuto)
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
(filtro a cartucce)
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.03 DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
(filtro a pannelli)
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA D.MM.01 DEPOLVERATORE A SECCO (Ciclone e multiciclone)
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di prodotti vernicianti pronti all'uso sia
inferiore a 4 kg/g, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle
prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E
CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi. In
ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di rinnovo o di impianto soggetto a diverso regime
autorizzativo:
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3/h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
MODELLO SCHEDA di CONFORMITA'
Parte di provvedimento in formato grafico
Con la presente dichiariamo che i prodotti da Noi forniti, pronti
all'uso, come da elenco allegato (firmato e timbrato), sono conformi
a quanto disposto dal D.Lgs. 27 marzo 2006, n. 161 "Attuazione della
direttiva 2004/42/CE, per la limitazione delle emissioni di composti
organici volatili conseguenti all'uso di solventi in talune pitture e
vernici, nonche' in prodotti per la carrozzeria" e s.m.i.
In particolare, sono rispettate le seguenti condizioni:
Prodotti per carrozzeria. (La tabella 2 dell'allegato II e' stata
cosi' modificata dal D.Lgs. 14 febbraio 2008, n. 33).
Parte di provvedimento in formato grafico
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale e
prevista di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' annua prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua
attuale e prevista di solvente, verificando dalle schede tecniche/di
sicurezza la percentuale di solvente contenuto nelle materie prime
della stessa riga; se non gia' utilizzate indicare la quantita' annua
prevista.
N.B. Nella penultima riga indicare la quantita' annua totale
prevista sommando le quantita' delle sole materie prime con
asterisco.
Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' di solvente. Ai fini del calcolo per il
rispetto della soglia di 0,5 t/anno di COV, si precisa che il
quantitativo di solvente da considerare dovra' essere:
- pari al 20% dell'utilizzato, nel caso in cui la pulizia delle
attrezzature di verniciatura sia eseguita utilizzando specifiche
apparecchiature di lavaggio chiuse, eventualmente dotate di sistemi
di recupero/distillazione del solvente;
- pari al 100% in tutti gli altri casi.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite per i prodotti vernicianti pronti all'uso
di 20 kg/giorno esclusivamente le materie prime con asterisco
[**] Concorrono al limite di 0,5 t/anno di solvente le materie
prime con doppio asterisco.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
B)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Tipografia, litografia, serigrafia, con utilizzo giornaliero
massimo di prodotti per la stampa (inchiostri, vernici e similari)
non superiore a 30 kg.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Tipografia, litografia, serigrafia, tampografia con utilizzo
massimo di prodotti per la stampa (inchiostri, vernici ed
assimilabili) non superiore a 30 kg/giorno.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Preparazione delle matrici, lastre di stampa
B. Preparazione inchiostri, prodotti vernicianti ed assimilabili,
mediante miscelazione e/o dissoluzione delle materie prime
C. Tipografia, litografia, serigrafia, tampografia ed altre
operazioni assimilabili
D. Essiccazione/polimerizzazione
E. Trattamento e pulizia delle apparecchiature con detergenti a
base:
E.1 acqua
E.2 COV
F. Operazioni accessorie di:
F.1 finitura meccanica dei supporti (rifilatura, taglio)
F.2 incollaggio, legatoria
G. Confezionamento e imballaggio.
Materie prime
1. Inchiostri
2. Vernici
3. Colle
4. Solventi/detergenti di pulizia
5. Diluenti
6. Supporto di stampa di vario tipo
7. Matrici/lastre per stampa.
Concorrono al limite di 30 kg/giorno le materie prime di cui ai
punti 1, 2, 3, 4, 5.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Non sono ammessi prodotti contenenti COV classificati con le
seguenti frasi di rischio:H350, H350i, H340, H360D;
2. Per effluenti gassosi contenti COV, il limite in concentrazione
dovra' essere verificato qualora non venga rispettato il limite
imposto come flusso di massa.
3. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
3.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
3.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
3.3. Conforme alle caratteristiche indicate dal Dlgs 03/04/2006 n.
152 ed eventuali successive modifiche ed integrazioni.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO (Ciclone e multiciclone)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
3 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di
cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI di
CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI di CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi. In
ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di rinnovo o di impianto soggetto a diverso regime
autorizzativo:
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo;
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3/h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale e
prevista di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' annua prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
C)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Produzione di prodotti in vetroresine con utilizzo giornaliero
massimo complessivo di resina pronta all'uso
non superiore a 200 kg
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di oggetti in vetroresina con utilizzo massimo
complessivo di resina pronta all'uso non superiore a 200 kg/giorno
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Produzione di manufatti rinforzati in vetroresina (natanti,
serbatoi, contenitori, pannelli):
A.1 Modelleria e/od operazioni meccaniche per la preparazione del
modello/stampo utilizzato per la produzione del manufatto
A.2 Applicazione allo stampo del distaccante e del gelcoat con
sistemi a spruzzo
A.3 Preparazione della resina additivata in
dissolutori/miscelatori, applicazione della resina e della fibra di
vetro per la formazione del manufatto
A.4 Formatura del manufatto con tecniche manuali, utilizzando anche
semilavorati pronti all'uso, o con tecniche di termoformatura a caldo
e/o a freddo con macchine operanti a pressione ambiente o in
depressione controllata
A.5 Maturazione in luogo definito ed attrezzato (tunnel, cabina, o
altro spazio di maturazione dotato di paratie e/o strutture isolanti
collegate con sistemi d'aerazione ed a temperatura controllata)
A.6 Operazioni meccaniche di rifinitura (taglio, rifilatura,
smerigliatura delle superfici), applicazione d'apparecchiature ed
altri elementi atti alla formazione del manufatto con impiego di
resina catalizzata, lucidatura delle superfici in vetroresina e/o
resina poliestere
A.7 Operazioni di lavaggio e pulizia d'attrezzature ed
apparecchiature con utilizzo di solventi organici
A.8 Montaggio manufatto, finitura e spedizione.
B. Produzione di manufatti rinforzati in vetroresina colata:
B.1 Modelleria e/o operazioni meccaniche per la preparazione del
modello/stampo utilizzato per la produzione del manufatto
B.2 Applicazione a spruzzo o a pennello del distaccante sulla
superficie dello stampo o del sistema di colata/formatura
B.3 Preparazione della resina additivata nei
dissolutori/miscelatori, colata della resina con sistemi
manuali/automatici e della fibra di vetro o di altro materiale
riempitivo per la formazione del manufatto nello stampo chiuso o
nella tramoggia della linea di formazione del sandwich
B.4 Formazione del manufatto con tecniche di termoformatura a caldo
e/o a freddo con forni chiusi e/o macchine operanti a pressione
ambiente o in depressione controllata utilizzando semilavorati gia'
pronti all'uso.
Formatura del sandwich a base di resina poliestere caricata con
fibra di vetro ed altro materiale inerte contenute tra due substrati.
Le apparecchiature utilizzate sono linee operanti a pressione
ambiente
B.5 Maturazione in luogo definito ed attrezzato (tunnel, cabina, o
altro spazio di maturazione dotato di paratie e/o strutture isolanti
collegate con sistemi d'aerazione ed a temperatura controllata)
B.6 Operazioni meccaniche di rifinitura (taglio, rifilatura,
smerigliatura delle superfici), applicazione d'apparecchiature ed
altri elementi atti alla formazione del manufatto con impiego di
resina catalizzata, lucidatura delle superfici in vetroresina e/o
resina poliestere
B.7 Operazioni di lavaggio e pulizia di attrezzature ed
apparecchiature con utilizzo di solventi organici
B.8 Montaggio manufatto, finitura e spedizione.
C. Produzione di bottoni ed altri manufatti per abbigliamento in
resina poliestere:
C.1 Modelleria e/o operazioni meccaniche per la preparazione del
modello/stampo utilizzato per la produzione del manufatto
C.2 Applicazione del distaccante allo stampo e/o al punto di colata
della resina
C.3 Preparazione della resina additivata nei
dissolutori/miscelatori, colata della miscela nella resina con
sistemi manuali per la formazione del manufatto nello stampo chiuso
(bastoni) o nella centrifuga la formazione della lastra di vario tipo
e spessore
C.4 Estrazione del pezzo e successiva immissione in forni chiusi
operanti a caldo per la completa polimerizzazione
C.5 Operazioni meccaniche di rifinitura (taglio) per la formazione
delle rondelle, foratura, levigatura e lucidatura delle superfici
C.6 Tintura degli articoli in buratti o apparecchi simili con
coloranti e vernici in acqua e successivo essiccamento
C.7 Operazioni di lavaggio e pulizia di attrezzature ed
apparecchiature con utilizzo di solventi organici.
D. Produzione di manufatti di vario tipo non inclusi nei punti
precedenti:
D.1 Modelleria e/o operazioni meccaniche per la preparazione del
modello/stampo per la produzione del manufatto
D.2 Preparazione della resina additivata in dissolutori/miscelatori
e mescolatori. Il prodotto ottenuto puo' essere liquido o in forma di
massa preimpregnata solida con solventi
D.3 Applicazione distaccanti allo stampo-contenitore, applicazione
delle resine, polimerizzazione in apparecchiature specifiche e
maturazione in luoghi appositamente predisposti
D.4 Operazioni meccaniche di rifinitura ed applicazione di
specifici componenti mediante incollaggio con la resina stessa
D.5 Operazioni di lavaggio e pulizia di attrezzature ed
apparecchiature con utilizzo di solventi organici.
Materie prime
1. Gelcoat
2. Resina pronta
3. Resine sotto forma di masse preimpregnate in solvente
4. Semilavorati in resina poliestere
5. Fibra di vetro
6. Tessuto non tessuto
7. Catalizzatori, attivatori, induritori
8. Distaccante in solvente
9. Cariche minerali, coloranti, plastificanti, cere
10. Materiali metallici di vario tipo e forma
11. Substrati di polimeri plastici, carta politenata
12. Vernici a base acqua.
Concorrono al limite di 200 kg/giorno le materie prime di cui ai
punti 1, 2, 3.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Fasi di provenienza
Sostanze inquinanti
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. La ditta non sara' soggetta a limitazioni relative ai COV
qualora siano rispettate le condizioni sotto riportate:
1.1. Relativamente allo Stirene introdotto per la diluizione della
resina e contenuto negli additivi - catalizzatore / induritore /
accelerante ecc. dovranno essere rispettate le seguenti condizioni:
1.1.1. Impiego di resine poliestere ad alto grado di
polimerizzazione - reticolazione, che fissano una maggiore quantita'
di Stirene riducendone pertanto la quantita' libera (non reticolato).
1.1.2. La percentuale di Stirene libero (dopo il completamento di
tutto il ciclo di applicazione -polimerizzazione reticolazione -
maturazione) non potra' superare i seguenti limiti:
---------------------------------------------------------------------
Stirene (% in peso) | COV totale come % in peso della resina
| applicata
--------------------------|------------------------------------------
dei COV | della resina |
| applicata |
--------|-----------------|------------------------------------------
50 | 2,5 | 5
---------------------------------------------------------------------
Tale valore dovra' essere confermato con una scheda/dichiarazione
fornita dal produttore che attesti e garantisca un valore dello
Stirene libero a 2.5%.
1.2 Relativamente allo Stirene contenuto nella resina poliestere
pronta all'uso ed agli altri COV presenti nella miscela
all'applicazione, dovranno essere rispettate le seguenti condizioni:
1.2.1. Impiego di resine poliestere del tipo:
1.2.1.1. Ad alto grado di polimerizzazione - reticolazione capaci
di ridurre lo Stirene come indicato al precedente punto 1.1.1.
1.2.1.2. Con presenza di agenti inibenti la volatilita' dello
Stirene.
1.2.2. La percentuale di Stirene libero (dopo il completamento di
tutto il ciclo di applicazione - polimerizzazione reticolazione -
maturazione) non potra' superare i seguenti limiti:
---------------------------------------------------------------------
Stirene (% in peso) | COV totale come % in peso della resina
| applicata
--------------------------|------------------------------------------
dei COV | della resina |
| applicata |
--------|-----------------|------------------------------------------
50 | 2,5 | 5
---------------------------------------------------------------------
Il valore reale dovra' essere inferiore al valore limite fissato e
dovra' essere dimostrato il suo rispetto mediante un bilancio di
massa, riportato su una scheda/dichiarazione fornita
dall'utilizzatore che:
1.2.2.1. Indichi le caratteristiche della resina in particolare:
a) Il tipo
b) La percentuale dei COV presenti prima dell'applicazione
c) Il tipo di COV impiegati per la diluizione e la loro percentuale
d) Il residuo secco finale e la percentuale di COV all'applicazione
1.2.2.2. Indichi la quantita' giornaliera ed annuale impiegata
della resina pronta all'uso con riferimento alle caratteristiche
sopra indicate;
1.2.2.3. Indichi la quantita' di resina per ogni manufatto
fabbricato prima e dopo la sua formazione (al fine di definire la
quantita' di COV non reticolati o comunque rimasti all'interno del
manufatto). I dati dovranno evidenziare separatamente i COV totali,
lo Stirene e gli altri restanti;
2. Non potranno essere utilizzate resine poliestere ed altre
materie prime che contengano sostanze classificate con le seguenti
frasi di rischio: H350, H350i, H340, H360D, H360FD
3. Per effluenti gassosi contenti COV, il limite in concentrazione
dovra' essere verificato qualora non venga rispettato il limite
imposto come flusso di massa;
4. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
4.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
4.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
4.3. Conforme alle caratteristiche indicate in una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.03 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a pannelli)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
20 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni
di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI
DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI di CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV, parte quinta e dall'art.
272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di rinnovo o di impianto soggetto a diverso regime
autorizzativo:
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. . permettere la definizione e la valutazione della quantita'
di effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3/h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale e
prevista di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' annua prevista.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
D)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Produzione di articoli in gomma e prodotti
delle materie plastiche con utilizzo giornaliero
massimo complessivo di materie prime
non superiore a 500 kg.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di articoli in gomma e prodotti delle materie plastiche
con utilizzo di materie prime non superiore a 500 kg/giorno
Il presente allegato verra' suddiviso in due sezioni, relative
rispettivamente a:
A) operazioni di produzione di manufatti in gomma ed altri
elastomeri
B) operazioni di trasformazione di materie plastiche con esclusione
di quelle relative alla produzione espansi, laminati, accoppiati,
stampa di film plastici.
A conclusione dell'allegato vi e' il paragrafo "Prescrizioni e
considerazioni a carattere generale", valido per entrambe le sezioni
dell'allegato.
N.B. Qualora vengano svolte entrambe le attivita' (cicli
tecnologici A + B), il limite delle materie prime ed il rispetto
della "soglia massima" vanno calcolati come somma delle materie prime
utilizzate per le singole attivita'.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' contenuta nella
dicitura dello stesso.
A) OPERAZIONI di PRODUZIONE di MANUFATTI IN GOMMA ED ALTRI ELASTOMERI
N.B. L'attivita' potra' essere svolta come attivita' in deroga ex
art. 272 comma 2 del D.Lgs. 152/06 se, oltre al rispetto del
quantitativo delle materie prime indicato in precedenza, non verranno
utilizzati solventi per un quantitativo superiore a 15 t/anno. Oltre
tale quantitativo, la ditta dovra' richiedere un'autorizzazione
ordinaria ex art. 275 del D.Lgs. 152/06.
Fasi lavorative
A.1 Stoccaggio, movimentazione, trasporto pneumatico di materie
prime solide e pesatura manuale/automatica di sostanze solide/liquide
A.2 Preparazione in mescolatori chiusi ed aperti delle mescole nere
e bianche di gomme ed altri elastomeri
A.3 Vulcanizzazione della mescola in presse, in calandre estrusori,
in autoclave ad aria calda, vapore o altro fluido caldo, per la
produzione di manufatti e/o articoli tecnici
A.4 Estrusione, trafila ed altre operazioni a caldo
A.5 Lavaggio pezzi
A.6 Postvulcanizzazione a temperature superiori a 200 °C in forni a
ciclo aperto o a ciclo chiuso, in linea con sali fusi o in linea o
forno a micro o radioonde
A.7 Macinazione e sinterizzazione sfridi di elastomeri
A.8 Lavaggio stampi in vasca con soluzioni o emulsioni liquide
Materie prime
1. Elastomeri naturali e sintetici, polifluoroolefine, gomme
siliconiche liquide e solide
2. collanti, adesivi e solventi
3. cariche bianche e cariche nere;
4. additivi, antiossidanti, acceleranti, catalizzatori,
plastificanti, cere
5. soluzioni detergenti.
Concorrono al limite di 500 kg/giorno le materie prime di cui al
punto 1.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Da lavorazioni di elastomeri a secco.
2. Per una portata specifica di 2.500 Nm3/h per ogni
apparecchiatura presente, solo per le fasi lavorative A.3 ed A.4, per
le restanti fasi si utilizza una portata di riferimento di 10.000
Nm3/h.
3. Da lavorazioni di elastomeri con solventi.
4. I COV utilizzati in questa operazione sono identificabili come
idrocarburi alifatici a catena lineare e/o ramificata con un numero
di atomo di C ? 9.
5. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
5.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
5.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
5.3. Conforme alle caratteristiche indicate in una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
6. I forni o gli impianti di postvulcanizzazione a circuito chiuso
dovranno essere:
- dotati di sistemi atti a raffreddare i fumi contenenti
gl'inquinanti fino ad una temperatura prossima a 0°C senza causare
malfunzionamenti derivanti dal congelamento della batteria di
raffreddamento;
- dotati di sistemi di controllo, ispezione e pulizia della
batteria di raffreddamento anche nel caso di trattamento di fumi
inquinati i cui prodotti si presentino solidi a temperatura ambiente;
- dotati di un sistema di verifica del condensato.
7. Gli effluenti gassosi derivanti dalle fasi A.3, A.4, A.6, A.7
dovranno essere captati e comunque convogliati ad uno specifico
impianto di abbattimento.
8. E' consentito l'utilizzo di detergenti ionici o non ionici
contenenti una percentuale di COV ? 5% e solubili o emulsionabili in
acqua.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.03 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
| (colonna a letti flottanti)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA DC.PE.01 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
50 kg/g, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui
ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI
CARATTERE GENERALE".
B) OPERAZIONI DI TRASFORMAZIONE DI MATERIE PLASTICHE
Si precisa che dal presente allegato sono escluse le attivita' di
produzione espansi, laminati, accoppiati, stampa di film plastici,
per le quali dovra' essere ottenuta l'autorizzazione in via ordinaria
ex art. 269 del 152/2006 .
Fasi lavorative
B.1 Stoccaggio, movimentazione, trasporto pneumatico di materie
prime solide e pesatura manuale/automatica di sostanze solide
B.2 preparazione della mescola e carico delle tramogge
B.3 estrusione, pressoiniezione, trafilatura, stampaggio
B.4 plastificazione di oggetti metallici ed altre operazioni a
caldo non espressamente indicate, compresa la saldatura di parti di
manufatti e di film flessibili, senza utilizzo di solvente
B.5 macinazione degli scarti
B.6 densificazione su materiale plastico flessibile
B.7 lavorazioni meccaniche a freddo sul manufatto.
Materie prime
1. Resine polimeriche, plastificanti, lubrificanti, antiossidanti,
acceleranti, catalizzatori, ed assimilabili
2. Cariche, coloranti, master batch.
Concorrono al limite dei 500 kg/giorno le materie prime di cui al
punto 1.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Per una portata specifica di 2.500 Nm3/h per ogni
apparecchiatura presente, solo per la fase lavorativa B.3, per le
restanti fasi si utilizza una portata di riferimento di 10.000 Nm3/h.
2. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
2.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
2.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
2.3. Conforme alle caratteristiche indicate in una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA ACRI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA DC.PE.01 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
50 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni
di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI
DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI di CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nell'allegato IV, parte quinta e dall'art. 272, c. 5 del
D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di rinnovo o di impianto soggetto a diverso regime
autorizzativo:
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3/h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale e
prevista di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' annua prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua
attuale e prevista di solvente, verificando dalle schede tecniche/di
sicurezza la percentuale di solvente contenuto nelle materie prime
della stessa riga; se non gia' utilizzate indicare la quantita' annua
prevista.
N.B. Nella penultima riga indicare la quantita' annua totale
prevista sommando le quantita' delle sole materie prime con
asterisco.
Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' di solvente con doppio asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
E)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Produzione di mobili, oggetti, imballaggi ,
prodotti semifiniti in materiale a base di legno
con utilizzo giornaliero massimo complessivo di materie prime
non superiore a 2000 kg
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di mobili, oggetti, imballaggi, prodotti semifiniti in
materiale a base legno ad esclusione delle fasi di verniciatura e
comprensive della fase di incollaggio con utilizzo massimo
complessivo di materie prime non superiore a 2000 kg/giorno
Qualora vengano svolte operazioni di verniciatura o utilizzo di
collanti con solventi, dovranno essere presentate anche le istanze di
adesione agli specifici allegati tecnici:
• "Verniciatura, laccatura, doratura di mobili e oggetti in legno
con utilizzo massimo complessivo di prodotti vernicianti pronti
all'uso non superiore a 50 kg/giorno";
• "Utilizzo di mastici e colle con consumo complessivo di sostanze
collanti non superiore a 100 kg/giorno".
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' contenuta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Lavorazioni meccaniche (taglio, squadratura, bordatura ed
operazioni assimilabili):
A.1 su legno vergine
A.2 su semilavorati di materiali compositi, nobilitati ed
assimilabili
B. Lavorazioni di levigatura
B.1 di legno vergine
B.2 di semilavorati di materiali compositi, nobilitati ed
assimilabili
C. Assemblaggio con utilizzo di sostanze collanti di tipo
vinilico/senza solventi
D. Stoccaggio finale di polveri derivanti da lavorazioni meccaniche
D.1 su legno vergine
D.2 su semilavorati di materiali compositi, nobilitati ed
assimilabili
Materie prime
1. Legno vergine
2. Materiali compositi (pannello di tipo truciolare, compensato,
nobilitato ecc.)
3. Collanti vinilici, comunque non a base COV
4. Solventi organici impiegati esclusivamente per la pulizia delle
attrezzature
Concorrono al limite di 2000 kg/giorno le materie prime di cui ai
punti 1, 2, 3.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Polveri derivanti dalle essenze di legno riportate, a titolo
indicativo e non esaustivo, nella tabella sotto riportata (D.Lgs.
66/00, come sostituito dal D.Lgs. 81/08).
[**]Polveri derivanti da operazioni su semilavorati di materiali
compositi, nobilitati ed assimilati.
---------------------------------------------------------------------
| Genere e Specie | Nome Comune Italiano
--------------------|---------------------|---------------------------
Essenze legni dolci | Abies | Abete
|---------------------|---------------------------
| Chamaecyparis | Cipresso-Cedro
|---------------------|---------------------------
| Cupressus | Cipresso
|---------------------|---------------------------
| Larix | Larice
|---------------------|---------------------------
| Picea | Peccio - Abete
|---------------------|---------------------------
| Pinus | Pino
|---------------------|---------------------------
| Pseudotsuga | Abete di Douglas
|---------------------|---------------------------
| Sequoia | Sequoia gigante
| sempervirens |
|---------------------|---------------------------
| Thuja | Tuia - Cipresacea
|---------------------|---------------------------
| Tsuga | Tsuga - Pinacea
--------------------|---------------------|---------------------------
Essenze dure forti | Acer | Acero
|---------------------|---------------------------
| Alnus | Olmo
|---------------------|---------------------------
| Betula | Betulla
|---------------------|---------------------------
| Carya | Noce americano o
| | Noce Hickory
|---------------------|---------------------------
| Carpinus | Carpino o Faggio bianco
|---------------------|---------------------------
| Castanea | Castagno
|---------------------|---------------------------
| Fagus | Faggio
|---------------------|---------------------------
| Fraxinus | Frassino
|---------------------|---------------------------
| Jaglans | Noce
|---------------------|---------------------------
| Platanus | Platano americano
--------------------|---------------------|---------------------------
Essenze dure forti | Populus | Pioppo
|---------------------|---------------------------
| Prunus | Ciliegio
|---------------------|---------------------------
| Salix | Salice
|---------------------|---------------------------
| Quercus | Quercia
|---------------------|---------------------------
| Tilia | Tiglio
|---------------------|---------------------------
| Ulmus | Olmo
--------------------|---------------------|---------------------------
Essenze legni duri | |
tropicali | Agathis australis | Pino kauri
|---------------------|---------------------------
| Chlorophora excelsa | Iroko
|---------------------|---------------------------
| Dacrydium | Pino rosso
|---------------------|---------------------------
| cupressinum |
| Dalbergia | Palissandro
|---------------------|---------------------------
| Dalbergia nigra | Palissandro brasiliano
|---------------------|---------------------------
| Diospyros | Ebano
|---------------------|---------------------------
| Khaya | Mogano Africano
|---------------------|---------------------------
| Mansonia | Mansonia
|---------------------|---------------------------
| Ochroma | Balsa
|---------------------|---------------------------
| Palaquium hexandrum | Nyatoh
|---------------------|---------------------------
| Pericopsis elata | Afrormosia
|---------------------|---------------------------
| Shorea | Meranti
|---------------------|---------------------------
| Tectona grandis | Teak
|---------------------|---------------------------
| Terminalia superba | Limba
|---------------------|---------------------------
| Triplochiton | Obeche
| scleroxylon |
---------------------------------------------------------------------
Note
1. Non sono imposti limiti alle emissioni di COV derivanti da
incollaggio in quanto eseguite con utilizzo di colle di tipo
vinilico/senza solventi; in caso di utilizzo di colle con solvente
occorre presentare istanza di adesione anche all'Allegato Tecnico:
"Utilizzo di mastici e colle con consumo complessivo di sostanze
collanti non superiore a 100 kg/giorno".
2. Non sono imposti limiti di emissione di COV derivanti dalle
operazioni di pulizia delle attrezzature, data la saltuarieta' delle
stesse ed i ridotti quantitativi di solventi impiegati.
3. Alcune essenze di legno, descritte nella tabella soprastante,
sono caratterizzate da frasi di rischio elencate tra quelle escluse
dal campo di applicazione delle attivita' in deroga (H340, H350i,
H360F, H360D, H341): solo per la presente attivita' viene applicata
una deroga, e permesso l'utilizzo di tali materie prime.
4. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
4.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
4.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
4.3. Conforme alle caratteristiche indicate in una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
200 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni
di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI
di CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate. In
particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1 manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2 manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3 controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4 tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate in
un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di rinnovo o di impianto soggetto a diverso regime
autorizzativo:
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1 permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2 essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1 L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2 I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3 I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3/h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale e
prevista di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' annua prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
F)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Verniciatura, laccatura, doratura di mobili
ed altri oggetti in legno con utilizzo di prodotti vernicianti
pronti all'uso non superiore a 50 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Verniciatura, laccatura, doratura di mobili ed altri oggetti in
legno con utilizzo di prodotti vernicianti pronti all'uso non
superiore a 50 kg/giorno.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
N.B. in conformita' a quanto previsto nelle prescrizioni degli
allegati relativi ad attivita' di verniciatura su altri supporti
(metalli, vetro e plastica), il paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche" sara' distinto nelle due casistiche:
A) Consumo di COV fino a 5 tonnellate annue
B) Consumo di COV tra 5 e 15 tonnellate annue
Fasi lavorative
A. Preparazione del supporto e trattamenti intermedi su legno
vergine
B. Preparazione del supporto e trattamenti intermedi su legno
verniciato/materiali compositi
C. Preparazione dei P.V. (Prodotti Vernicianti)
D. Applicazione dei P.V.
D.1 a spruzzo
D.2 a rullo manuale, pennello ed assimilabili
D.3 a spalmatura
D.4 a velatura
D.5 ad immersione/impregnazione
D.6 a pioggia (flow-coating)
E. Appassimento/essiccazione
F. Pulizia delle attrezzature
Materie prime
1. Prodotti vernicianti
1.1. a base COV (Composti Organici Volatili)
1.2. a base acqua
2. Diluenti per la preparazione dei P.V.
3. Solventi Organici per la pulizia delle attrezzature
Concorrono al limite di 50 kg/g i COV contenuti nelle materie prime
dei punti 1, 2, 3.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
A) CONSUMO DI COV FINO A 5 T/anno
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Le emissioni di COV derivanti dal processo di verniciatura non
sono soggette a limitazioni e, fermo restando che deve essere
rispettato inderogabilmente il limite di 50 kg/giorno di prodotti
vernicianti pronti all'uso, la quantita' percentuale media in peso di
COV espressa come C dovra' essere:
---------------------------------------------------------------------
Quantitativo di prodotti vernicianti | Quantita' massima (% sui P.V.
(P.V.) in kg/anno | utilizzati) di COV senza
| impianto di abbattimento
-------------------------------------|-------------------------------
PV fino a 2.000 | Non sono definiti limiti di
| percentuale di COV
-------------------------------------|-------------------------------
2.000 < P.V.< 4.000 | 75%
-------------------------------------|-------------------------------
4.000 < P.V.< 6.000 | 65%
-------------------------------------|-------------------------------
6.000 < P.V.< 10.000 | 50%
---------------------------------------------------------------------
Il calcolo dovra' essere eseguito per l'anno solare (1 gennaio-31
dicembre), su prodotti vernicianti, catalizzatori, diluenti e
solventi organici per la pulizia delle attrezzature, secondo lo
schema esemplificativo seguente.
Parte di provvedimento in formato grafico
2. Non e' ammesso l'uso di prodotti vernicianti, catalizzatori,
diluenti e solventi contenenti COV:
2.1. classificati con le seguenti frasi di rischio: H350, H340,
H350i, H360F, H360D, H341;
2.2. contenenti impurita' in quantita' superiore complessivamente
al 0,1% in peso;
2.3. in misura superiore, nel rispetto del precedente punto 2.1, a
quanto di seguito indicato:
Parte di provvedimento in formato grafico
3. Non sono ammessi P.V. contenenti composti di Cr, Pb, Cd nella
pigmentazione.
4. Per quanto riguarda il materiale particellare (particolato
residuo), si evidenzia che, l'utilizzo di apparecchiature applicative
ad alta efficienza di trasferimento contribuisce significativamente
alla sua riduzione.
In caso di rispetto del limite di cui alla voce "Limiti" della
Tabella Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche in assenza
degli impianti di abbattimento previsti alla voce "Tipologia impianto
di abbattimento" della medesima tabella, le cabine di applicazione
devono essere comunque dotate di almeno uno dei seguenti sistemi di
contenimento
• Ad umido - a velo d'acqua, con labirinti, nebulizzatori, ecc.,
con eventuale separatore di gocce terminale;
• A secco - materassino filtrante di grammatura ? 350 g/m2 o
sistemi assimilabili.
5. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
5.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
5.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
5.3. Conforme alle caratteristiche indicate in una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
B) CONSUMO DI COV TRA 5 E 15 T/anno
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Il gestore dovra', oltre a rispettare il limite in
concentrazione indicato, calcolare il quantitativo di solvente
effettivamente utilizzato nel corso dell'anno.
Il calcolo dovra' essere eseguito per l'anno solare (1 gennaio - 31
dicembre), su prodotti vernicianti, catalizzatori, diluenti e
solventi organici per la pulizia delle attrezzature, seguendo lo
schema esemplificativo riportato alla nota 1 del paragrafo "Consumo
fino a 5 t/anno".
2. Non e' ammesso l'uso di prodotti vernicianti, catalizzatori,
diluenti e solventi contenenti COV:
2.1. classificati con le seguenti frasi di rischio: (H350, H340,
H350i, H360F, H360D, H341
2.2. contenenti impurita' in quantita' superiore complessivamente
al 0,1% in peso;
2.3. in misura superiore, nel rispetto del precedente punto 2.1, a
quanto di seguito indicato:
Parte di provvedimento in formato grafico
3. Non sono ammessi P. V. contenenti composti di Cr, Pb, Cd nella
pigmentazione.
4. Per gli impianti esistenti e dotati di sistema di abbattimento
diverso dal postcombustore, cosi' come previsto dall'art. 275 comma
16, il limite relativo al parametro COV sara' uguale a 150 mg/Nm3
fino alla data del 1° aprile 2013.
5. Per quanto riguarda il materiale particellare (particolato
residuo), si evidenzia che, l'utilizzo di apparecchiature applicative
ad alta efficienza di trasferimento contribuisce significativamente
alla sua riduzione.
In caso di rispetto del limite di cui alla voce "Limiti" della
Tabella Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche in assenza
degli impianti di abbattimento previsti alla voce "Tipologia impianto
di abbattimento" della medesima tabella, le cabine di applicazione
devono essere comunque dotate di almeno uno dei seguenti sistemi di
contenimento
• Ad umido - a velo d'acqua, con labirinti, nebulizzatori, ecc.,
con eventuale separatore di gocce terminale;
• A secco - materassino filtrante di grammatura > 350 g/m2 o
sistemi assimilabili.
6. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
6.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
6.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
6.3. Conforme alle caratteristiche indicate in una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA DC.CF.01 | IMPIANTO A COALESCENZA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA DC.PE.01 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.03 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a pannelli)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo massimo di prodotti vernicianti pronti
all'uso sia inferiore a 5 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal
rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo
"PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di rinnovo o di impianto soggetto a diverso regime
autorizzativo:
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale e
prevista di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' annua prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua
attuale e prevista di solvente, verificando dalle schede
tecniche/di sicurezza la percentuale di solvente contenuto nelle
materie prime della stessa riga; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' annua prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' di solvente con 1 asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
G)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Verniciatura di oggetti vari in metalli o vetro con utilizzo
complessivo di prodotti vernicianti pronti all'uso non superiore a 50
kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Verniciatura su metallo e vetro con consumo complessivo di prodotti
vernicianti pronti all'uso non superiore a 50 kg/giorno.
Si precisa che non vi sono limiti quantitativi di vernici in
polvere per l'applicazione del presente allegato.
Qualora siano svolte operazioni di pulizia chimica, dovra' essere
presentata anche istanza di adesione allo specifico allegato tecnico:
• "Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di
solventi non superiore a 10 kg/g";
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Preparazione dei P.V. (Prodotti Vernicianti)
B. Applicazione dei P.V. liquidi:
B.1 A spruzzo di vario tipo
B.2 Applicazioni manuali ed assimilabili
B.3 A spalmatura
B.4 A velatura
B.5 Ad immersione (impregnazione, cataforesi/anaforesi)
B.6 A flow-coating (a pioggia)
C. Applicazione dei P.V. in polvere:
C.1 Elettrostatica
C.2 A letto fluido ed assimilabili
D. Appassimento/essiccazione
E. Pulizia delle attrezzature
Materie prime
1. Prodotti vernicianti:
1.1. A base COV (Composti Organici Volatili)
1.2. A base acqua
1.3. In polvere
2. Diluenti per la diluizione dei P.V.
3. Solventi Organici per la pulizia delle attrezzature
Concorrono al limite di 50 kg/giorno i COV contenuti nelle materie
prime di cui ai punti 1, 2, 3.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Le emissioni di COV derivanti dal processo di verniciatura non
sono soggette a limitazioni e, fermo restando che deve essere
rispettato inderogabilmente il limite di 50 kg/giorno di prodotti
vernicianti pronti all'uso, la quantita' percentuale media in peso di
COV espressa come C dovra' essere:
---------------------------------------------------------------------
Quantitativo di prodotti vernicianti | Quantita' massima (% sui P.V.
(P.V.) in kg/anno | utilizzati) di COV senza
| impianto di abbattimento
-------------------------------------|-------------------------------
PV fino a 2.000 | Non sono definiti limiti di
| percentuale di COV
-------------------------------------|-------------------------------
2.000 < P.V.< 4.000 | 75%
-------------------------------------|-------------------------------
4.000 < P.V.< 6.000 | 65%
-------------------------------------|-------------------------------
6.000 < P.V.< 10.000 | 50%
---------------------------------------------------------------------
Il calcolo dovra' essere eseguito per l'anno solare (1 gennaio - 31
dicembre), su prodotti vernicianti, catalizzatori, diluenti e
solventi organici per la pulizia delle attrezzature, secondo lo
schema esemplificativo seguente.
Parte di provvedimento in formato grafico
2. Non e' ammesso l'uso di prodotti vernicianti, catalizzatori,
diluenti e solventi contenenti COV:
2.1. classificati con le seguenti frasi di rischio: H340, H350,
H350i, H360F, H360D, H341;
2.2. contenenti impurita' in quantita' superiore complessivamente
al 0,1% in peso;
2.3. in misura superiore, nel rispetto del precedente punto 2.1, a
quanto di seguito indicato:
Parte di provvedimento in formato grafico
3. Non sono ammessi P.V. contenenti composti di Cr, Pb, Cd nella
pigmentazione.
4. Qualora siano utilizzati P.V. in polvere, per la sola fase D:
"Appassimento/essiccazione" non dovra' essere ricercato il parametro
COV.
5. Per quanto riguarda il materiale particellare (particolato
residuo), si evidenzia che, l'utilizzo di apparecchiature applicative
ad alta efficienza di trasferimento contribuisce significativamente
alla sua riduzione.
In caso di rispetto del limite di cui alla voce "Limiti" della
Tabella Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche in assenza
degli impianti di abbattimento previsti alla voce "Tipologia impianto
di abbattimento" della medesima tabella, le cabine di applicazione
devono essere comunque dotate di almeno uno dei seguenti sistemi di
contenimento
• Ad umido - a velo d'acqua, con labirinti, nebulizzatori, ecc.,
con eventuale separatore di gocce terminale;
• A secco - materassino filtrante di grammatura ? 350 g/m2 o
sistemi assimilabili.
6. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
6.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
6.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
6.3. Conforme alle caratteristiche indicate in una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
---------------|-----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
---------------|-----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.03 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a pannelli)
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di prodotti vernicianti pronti all'uso sia
inferiore a 5 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle
prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E
CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
Qualora vengano utilizzati P.V. in polvere la ditta dovra'
rispettare le prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo
"PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE"
indipendentemente dai quantitativi di materie prime utilizzate.
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e dall'
art 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale e
prevista di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' annua prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua
attuale e prevista di solvente, verificando dalle schede tecniche/di
sicurezza la percentuale di solvente contenuto nelle materie prime
della stessa riga; se non gia' utilizzate indicare la quantita' annua
prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' di solvente con 1 asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
H)
Attivita' in deroga - D.lgs 152/2006, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Panificazione, pasticceria e affini con consumo di farina
non superiore a 1500 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Operazioni di panificazione, pasticceria e affini con utilizzo
complessivo di farina non superiore a 1500 kg/giorno.
Se l'attivita' e' svolta con utilizzo giornaliero di materie prime
non superiore a 300 kg si e' nel campo di applicazione delle
attivita' in deroga di cui all'art. 272, comma 1 (D.Lgs. 152/06,
Parte Quinta, Allegato IV, Parte I, lettera f).
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Movimentazione materia prima (farina, amidi, ecc.)
B. Preparazione di lieviti ed impasti e pesatura
C. Impasto
D. Formazione del prodotto
E. Lievitazione
F. Cottura in forno
G. Confezionamento
Materie prime
1. Farina
2. Lieviti, amidi
3. Acqua
4. Aromatizzanti
5. Zucchero, cacao, cioccolato, confetture, nocciole, latte, uova,
frutta, grassi vegetali/animali e vari additivi utilizzati per le
lavorazioni di pasticceria e altri ingredienti per panificazione e
operazioni similari
Concorrono al limite di 1500 kg/giorno le materie prime di cui al
punto 1.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate in una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.SV.01 | ABBATTITORE AD UMIDO (scrubber venturi o
| jet venturi)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
400 kg/g, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di
cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI
CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale e
prevista di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' annua prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
i)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Torrefazione di caffe' ed altri prodotti tostati
con produzione non superiore a 450 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Operazioni di torrefazione di caffe' ed altri prodotti tostati, con
produzione non superiore a 450 kg/giorno.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Stoccaggio materia prima (caffe' ed altri prodotti vegetali) in
silos e/o sacchi
B. Pesatura
C. Pulitura
D. Trasporto manuale/pneumatico
E. Essiccazione e tostatura
F. Raffreddamento
G. Macinazione
H. Miscelazione dei prodotti tostati
I. Confezionamento.
Materie prime
1. Caffe' e succedanei (orzo, segale, cicoria, ecc.)
2. Prodotti vegetali in genere, da sottoporre ad operazioni di
tostatura.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Nessun limite per lo stoccaggio in sacchi e caricamento manuale.
2. L'impianto/sistema di abbattimento basato sulla tecnologia della
postcombustione, posto a presidio della fase di tostatura, in
presenza di impianti in grado di trattare quantitativi:
2.1. Maggiori di 30 kg/carica - dovra' essere obbligatoriamente
installato qualora non sia rispettato quanto previsto alle voci
"Limiti" e "Note" riportate nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche" e dovra' rispettare un tempo di contatto di
1 sec. ed una temperatura di 600 °C.
2.2. Minori / uguali di 30 kg/carica - non dovra' essere installato
anche qualora non sia rispettato quanto previsto alle voci "Limiti" e
"Note" riportate nel paragrafo "Sostanze inquinanti e prescrizioni
specifiche"; salvo il verificarsi di eventuali problematiche inerenti
ad episodi di molestia olfattiva.
3. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
3.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
3.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
3.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 45 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle materie prime.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica
indicare la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare
solo la produzione annua prevista.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
l)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Produzione di mastici, pitture, vernici, cere, inchiostri e affini
con produzione complessiva non superiore a 500 kg/ora.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di mastici, pitture, vernici, cere, inchiostri e affini
con produzione complessiva non superiore a 500 kg/h.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Movimentazione, trasporto pneumatico e dosaggio di materie
prime:
A.1 Solide
A.2 Liquide
B. Preparazione mescole e miscele solide con utilizzo di
mescolatori, dispersori ed impastatrici, calandratrici ed
assimilabili
C. Processi di macinazione, raffinazione
D. Dispersione
E. Finitura, maturazione e/o messa a ricetta del prodotto
F. Stoccaggio delle materie finite
G. Confezionamento prodotti
H. Pulizia delle apparecchiature e dei contenitori.
N.B. La pulizia dei contenitori e' auspicabile che venga attuata in
luoghi dedicati ed idonei ad evitare lo spandimento anche accidentale
dei liquidi di pulizia. Nel caso di utilizzo di prodotti a base di
CIV e/o di COV, questa operazione deve comportare l'impiego di
strutture chiuse presidiate da un idoneo sistema di aspirazione delle
emissioni e di recupero dei liquidi di lavaggio.
Materie prime
1. Leganti (resine polimeriche sintetiche e naturali)
2. Solventi e diluenti (idrocarburi aromatici, alifatici e
clorurati, chetoni, esteri, glicoli - eteri, alcooli)
3. Plastificanti (oli vegetali, monomeri ed assimilabili)
4. Additivi antinvecchianti, antiossidanti, disperdenti,
emulsionanti ed assimilabili
5. Cariche inerti/ pigmenti (organici ed inorganici, coloranti
organici in solvente e/o in pasta ecc.)
6. Catalizzatori.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Non sono ammessi prodotti contenenti COV classificati con le
seguenti frasi di rischio: H340, H350, H350i, H360F, H360D, H341
2. Per effluenti gassosi contenti COV, il limite in concentrazione
dovra' essere verificato qualora non venga rispettato il limite
imposto come flusso di massa.
3. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
3.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche".
3.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche".
3.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.03 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a pannelli)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO (Ciclone e multiciclone)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 50 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua
attuale e prevista di solvente, verificando dalle schede tecniche/di
sicurezza la percentuale di solvente contenuto nelle materie prime
della stessa riga; se non gia' utilizzate indicare la quantita' annua
prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' di solvente con 1 asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica
indicare la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare
solo la produzione annua prevista.
---------------------------------------------------------------------
| Quantita' in kg/anno [*]
---------------------------------------|-----------------------------
Produzione | Attuale | Prevista
---------------------------------------|-----------------------------
|
---------------------------------------------------------------------
[*] Concorre al limite di 500 kg/ora.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
m)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo
di solventi non superiore a 10 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Sgrassaggio superficiale di metalli con consumo complessivo di
solventi non superiore a 10 kg/giorno.
Sgrassaggio superficiale di metalli con detergenti e/o soluzioni
privi di solventi.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Sgrassaggio con utilizzo di prodotti a base di COV con presenza
di alogeni
B. Sgrassaggio con utilizzo di prodotti a base COV senza presenza
di alogeni
C. Pulizia con detergenti in soluzione acquosa
D. Pulizia con utilizzo di soluzioni a base di acidi o basi
Materie prime
1. Detergenti in soluzione acquosa
2. Detergenti a base di COV con presenza di alogeni
3. Detergenti a base di COV senza presenza di alogeni
4. Soluzioni di acidi o di basi
Concorrono al limite di 10 kg/giorno i COV contenuti nelle materie
prime di cui ai punti 2, 3.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Non sono ammessi prodotti contenenti COV classificati con le
seguenti frasi di rischio: H350, H340, H350i, H360F, H360F, H341.
2. Per effluenti gassosi contenti COV, il limite in concentrazione
e' da verificare qualora non venga rispettato il limite imposto come
flusso di massa.
3. Valutazione della conformita' dell'emissione.
Caso A (portata effettiva <= 1.400 m3 /h per ogni m2 di superficie
libera della vasca)
Per la conformita' dell'emissione dovra' essere considerato solo ed
esclusivamente il valore analitico senza applicazione di alcun
fattore di correzione
Caso B (portata effettiva > 1.400 m3 /h per ogni m2 di superficie
libera della vasca)
Per la conformita' dell'emissione dovra' essere utilizzata la
seguente formula:
Ci = A/AR * C
Ove:
Ci: concentrazione dell'inquinante da confrontare con il valore
limite imposto C: concentrazione dell'inquinante rilevata in
emissione, espressa in mg/Nm
A: portata effettiva dell'aeriforme in emissione espressa in m3 /h
per ogni m2 di superficie libera della vasca
AR: portata di riferimento dell'aeriforme espressa in m3 /h per
ogni m2 di superficie libera della vasca e determinata in 1400 m3 /h
N.B. Per il calcolo della superficie totale dell'impianto si dovra'
tenere conto esclusivamente delle vasche con superficie libera che
per composizione e/o per modalita' operative determinano emissioni
(ad es. temperatura di esercizio > 30 °C, presenza di composti
chimici in soluzione, insufflaggio di aria per agitazione, ecc.). Il
valore della portata di riferimento per ogni metro quadrato di
superficie libera potra' essere considerato pari a 700 Nm3 /h nei
casi in cui l'impianto sia dotato di vasche provviste di dispositivi
idonei a diminuire l'evaporazione o di copertura totale (tunnel) e
relativo presidio aspirante.
4. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
4.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
4.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
4.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Prescrizioni specifiche:
1. Le apparecchiature utilizzate dovranno avere i seguenti
requisiti minimi.
Impianti a circuito chiuso
Per impianto di lavaggio a circuito chiuso s'intende:
• Impianto che durante le fasi di lavaggio dei pezzi (eseguite per
immersione, a spruzzo e in vapori di solvente) non determini
emissioni di solvente ne' in atmosfera ne' in ambiente di lavoro.
• Impianto che durante le fasi di distillazione del solvente,
recupero del solvente a mezzo condensazione, adsorbimento del
solvente su eventuali carboni attivi (deodorizzazione camera di
lavaggio), desorbimento dei carboni attivi, non determini emissioni
di solvente ne' in atmosfera ne' in ambiente di lavoro.
• Impianto che puo' generare emissioni durante la fase di
produzione del vuoto (ove applicabile) e la fase di carico/scarico
dei pezzi, limitatamente al periodo di apertura del portello di
carica.
• Impianto provvisto di camino di scarico in atmosfera, in accordo
con le autorizzazioni regionali.
I requisiti minimi sono i seguenti:
• Sistema di recupero per condensazione funzionante a temperatura
adeguata rispetto al solvente utilizzato (es: per il percloroetilene
temperatura del fluido refrigerante compresa tra - 25 ÷ - 28°C).
• Sistema di recupero del solvente a carbone attivo per impianti
con camera di lavaggio di dimensioni > 0,6 m3 .
• Sistema di regolazione che consenta di modificare i tempi delle
fasi del processo di lavaggio, e in particolare della fase di
asciugatura, in funzione della conformazione dei pezzi da lavare.
• Sistema idraulico che consenta il carico del solvente fresco e lo
scarico del residuo di distillazione in circuito chiuso, escludendo
operazioni manuali eseguite con recipienti aperti (evitando stoccaggi
anche temporanei in contenitori aperti destinati alla raccolta dei
residui).
• Sistema di asciugatura del truciolo, sia esso raccolto in botte o
separato in appositi filtri, eseguito senza movimentazione manuale
dello stesso fino ad avvenuta asciugatura.
• Stoccaggio del solvente fresco e dei reflui di distillazione in
recipienti chiusi.
• Accurata gestione del processo eseguita, se possibile, attraverso
manutenzione programmata.
• Sistema di aspirazione che tenga in depressione il distillatore
nel corso delle operazioni di manutenzione, con annesso trattamento
degli sfiati a carico del circuito di recupero del solvente.
Requisiti e modalita' operative ritenute utili a contenere
ulteriormente le emissioni:
• Rilevatore della concentrazione residua di solvente nella camera
di lavaggio che dia il consenso all'apertura del portello di carica
solo al raggiungimento di una concentrazione di solvente residuo
nella camera stessa < 1 g/m3 .
• Distillazione che consenta, anche attraverso l'intervento
discontinuo (a "batch"), di conseguire un tenore di solvente nel
refluo < 10% in peso.
• Sistema sotto vuoto per pezzi di difficile asciugatura.
Impianti aperti
I requisiti minimi sono i seguenti:
• Sistema di recupero del solvente mediante carbone attivo, con
efficienza minima del 90%.
• Sistema di regolazione che consenta di modificare i tempi delle
fasi del processo di lavaggio, e in particolare della fase di
asciugatura, in funzione della conformazione dei pezzi da lavare.
• Sistema idraulico che consenta il carico del solvente fresco e lo
scarico del residuo di distillazione in circuito chiuso, escludendo
operazioni manuali eseguite con recipienti aperti (evitando stoccaggi
anche temporanei in contenitori aperti destinati alla raccolta dei
residui).
• Stoccaggio del solvente fresco e dei reflui di distillazione in
recipienti chiusi.
• Accurata gestione del processo eseguita, se possibile, attraverso
manutenzione programmata.
2. Requisiti e modalita' operative ritenute utili a contenere
ulteriormente le emissioni:
• Distillazione che consenta, anche attraverso l'intervento
discontinuo (a "batch"), di conseguire un tenore di solvente nel
refluo < 10% in peso.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.SV.01 | ABBATTITORE AD UMIDO (scrubber venturi o
| jet venturi)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.03 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
| (colonna a letti flottanti)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di solventi sia inferiore a 1 kg/giorno, la
Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9
e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE
GENERALE".
Qualora utilizzi soluzioni di acidi e/o basi, la Ditta e' esonerata
dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo
"PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE" nel caso in cui
il contenuto di acidi e/o basi nella soluzione sia inferiore al 15%.
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno con utilizzo di COV alogenati con
H351: indicare la quantita' annua attuale e prevista di solvente con
utilizzo di COV alogenati caratterizzati dalle frasi di rischio R 40,
verificandone dalle schede tecniche/di sicurezza la percentuale
contenuta nelle materie prime della stessa riga; se non gia'
utilizzate indicare la quantita' annua prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno in tutti gli altri casi: indicare
la quantita' annua attuale e prevista di solvente con utilizzo di COV
in tutti gli altri casi, verificandone dalle schede tecniche/di
sicurezza la percentuale contenuta nelle materie prime della stessa
riga; se non gia' utilizzate indicare la quantita' annua prevista.
N.B. Nella penultima riga indicare la quantita' annua totale
prevista sommando le quantita' di solvente con asterisco.
Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' di solvente con doppio asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
n)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Laboratori orafi con fusione di metalli con meno di venticinque
addetti
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Lavorazioni orafe realizzate da meno di 25 addetti, comprensive
della fase di fusione.
Qualora l'attivita' sia svolta senza effettuazione della fase di
fusione, si e' nel campo di applicazione delle attivita' in deroga di
cui all'art. 272, comma 1 (Parte Quinta - Allegato IV - Parte I -
lettera b 1).
Le lavorazioni orafe possono comprendere operazioni di:
• pulizia meccanica e chimica (sgrassaggio) delle superfici
metalliche;
• trattamenti elettrochimici;
• saldatura;
• applicazione prodotti vernicianti / protettivi;
tali attivita', essendo strettamente complementari all'attivita'
principale di laboratorio oreficeria, sono ricomprese nel presente
allegato tecnico.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Microfusione
B. Preparazione delle superfici mediante operazioni di pulizia
meccanica (spazzolatura, smerigliatura, granigliatura, sabbiatura ed
altre operazioni assimilabili)
C. Preparazione delle superfici mediante operazioni di pulizia
chimica (sgrassaggio)
D. Trattamenti elettrochimici
E. Saldatura
F. Verniciatura/smaltatura ornamentale selettiva ed applicazione di
protettivi
G. Finitura e/o lucidatura
Materie prime
1. Materiali metallici
2. Scorificanti
3. Prodotti vernicianti/protettivi ed assimilabili
4. Prodotti per sgrassaggio chimico
5. Prodotti per lavorazioni galvaniche
6. Materiali per saldatura (saldobrasatura)
7. Paste abrasive e lucidanti
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. In considerazione dei quantitativi limitati di solventi
utilizzati nella lavorazione, non vengono poste limitazioni ai
quantitativi di COV emessi.
2. Non e' ammesso l'uso di prodotti vernicianti, catalizzatori,
diluenti e solventi contenenti COV:
2.1. classificati con le seguenti frasi di rischio: R45, R46, R49,
R60, R61, R68;
2.2. contenenti impurita' in quantita' superiore complessivamente
al 0,1% in peso;
2.3. in misura superiore, nel rispetto del precedente punto 1.1, a
quanto di seguito indicato:
Parte di provvedimento in formato grafico
3. Non sono ammessi P.V. contenenti composti di Cr, Pb, Cd nella
pigmentazione.
4. Per la conformita' delle emissioni derivante dalle lavorazioni
galvaniche dovra' essere considerato solo ed esclusivamente il valore
analitico senza applicazione di alcun fattore di correzione se la
portata effettiva e' < 1400 Nm³/h per ogni metro quadrato di
superficie libera della vasca, in caso contrario dovra' essere
utilizzata la formula di seguito riportata:
Ci = A/AR x C
Ove:
Ci = concentrazione dell'inquinante da confrontare con il valore
limite imposto;
C = concentrazione dell'inquinante rilevata in emissione, espressa
in mg/Nm³
A = portata effettiva dell'aeriforme in emissione espressa in Nm³/h
per un metro quadrato di superficie libera della vasca
AR = portata di riferimento dell'aeriforme espressa in Nm³/h per
ogni metro quadrato di superficie libera della vasca e determinata in
1400 Nm³/h.
Il valore della portata di riferimento per ogni metro quadrato di
superficie libera potra' essere considerato pari a 700 Nm³/h nei casi
in cui l'impianto sia:
- dotato di vasche provviste di dispositivi idonei a diminuire
l'evaporazione;
- dotato di copertura totale (tunnel) e relativo presidio aspirante
Per il calcolo della superficie totale dell'impianto si dovra'
tenere conto esclusivamente delle vasche con superficie libera che
per composizione e/o per modalita' operative determinano emissioni
(ad es. temperatura di esercizio > 30°C, presenza di composti chimici
in soluzione, insufflaggio di aria per agitazione, ecc.)
5. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
5.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alle voci "Limiti" e "Note" riportate nel paragrafo
"Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche";
5.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
5.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AU.SV.01 | ABBATTITORE AD UMIDO (scrubber venturi o
| jet venturi)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.03 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE (colonna a
| letti flottanti)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.03 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a pannelli)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA DC.PE.01 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il numero di addetti sia inferiore o uguale a 6, la Ditta
e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10
del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3/h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare
la quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare il numero totale degli addetti
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
o)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Anodizzazione, galvanotecnica, fosfatazione
di superfici metalliche con consumo di prodotti chimici
non superiore 10 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Operazioni di anodizzazione, galvanotecnica e fosfatazione su
superfici metalliche con consumo di prodotti chimici non superiore a
10 kg/giorno.
Qualora vengano svolte operazioni di pulizia chimica, dovra' essere
presentata anche istanza di adesione allo specifico allegato tecnico:
• "Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di
solventi non superiore a 10 kg/g".
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Applicazioni galvanotecniche
B. Applicazione protettivi / mascheranti
C. Asciugatura
Materie prime
1. Prodotti protettivi e/o mascheranti (es. adesivi)
2. Prodotti chimici per applicazioni galvanotecniche
Concorrono al limite di 10 kg/giorno le materie prime di cui al
punto 2.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Le operazioni di mascheratura/applicazione di protettivi, in
considerazione delle materie prime utilizzate si considerano poco
rilevanti per quanto concerne l'inquinamento atmosferico e pertanto
non sono imposti limiti alle emissioni.
Note
1. Valutazione della conformita' dell'emissione.
Caso A (portata effettiva < 1.400 m3 /h per ogni m2 di superficie
libera della vasca)
Per la conformita' dell'emissione dovra' essere considerato solo ed
esclusivamente il valore analitico senza applicazione di alcun
fattore di correzione
Caso B (portata effettiva > 1.400 m3 /h per ogni m2 di superficie
libera della vasca)
Per la conformita' dell'emissione dovra' essere utilizzata la
seguente formula:
Ci = A/AR * C
Ove:
Ci: concentrazione dell'inquinante da confrontare con il valore
limite imposto C: concentrazione dell'inquinante rilevata in
emissione, espressa in mg/Nm
A: portata effettiva dell'aeriforme in emissione espressa in m3 /h
per ogni m2 di superficie libera della vasca
AR: portata di riferimento dell'aeriforme espressa in m3 /h per
ogni m2 di superficie libera della vasca e determinata in 1400 m3 /h
N. B. Per il calcolo della superficie totale dell'impianto si
dovra' tenere conto esclusivamente delle vasche con superficie libera
che per composizione e/o per modalita' operative determinano
emissioni (ad es. temperatura di esercizio > 30 °C, presenza di
composti chimici in soluzione, insufflaggio di aria per agitazione,
ecc.). Il valore della portata di riferimento per ogni metro quadrato
di superficie libera potra' essere considerato pari a 700 Nm3 /h nei
casi in cui l'impianto sia dotato di vasche provviste di dispositivi
idonei a diminuire l'evaporazione o di copertura totale (tunnel) e
relativo presidio aspirante.
2. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
2.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
2.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
2.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AU.SV.01 | ABBATTITORE AD UMIDO (scrubber venturi o
| jet venturi)
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SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.03 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
| (colonna a letti flottanti)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO (ciclone e multiciclone)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA DC.CF.01 | IMPIANTO A COALESCENZA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA DC.PE.01 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA DC.PE.02 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO
| (nebbie oleose e COV altobollenti)
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
1 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di
cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI
CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
p)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II,
Utilizzazione di mastici e colle con consumo complessivo
di sostanze collanti non superiore a 100 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Operazioni e/o fasi di cicli tecnologici con incollaggio di parti
di oggetti con consumo complessivo di sostanze collanti non superiore
a 100 kg/g.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Calzature e pelletteria:
A.1 Lavorazioni meccaniche (es. sgarzatura, smerigliatura,
raspatura) per la preparazione dei materiali
A.2 Incollaggio delle parti eseguito su banchi o macchine
d'incollaggio
A.3 Essiccazione.
B. Incollaggio di due substrati su linee di accoppiamento:
B.1 Lavorazioni meccaniche di taglio per la preparazione dei
materiali (es. film plastici flessibili, tessuti, carta, cartone,
alluminio)
B.2 Trattamento corona della superficie dei film plastici
B.3 Spalmatura ed incollaggio delle parti
B.4 Essiccazione.
C. Incollaggio e spalmatura di un substrato per la produzione di
nastri adesivi:
C.1 Lavorazioni meccaniche di taglio per la preparazione del
substrato alla successiva fase di spalmatura
C.2 Trattamento corona
C.3 Spalmatura ed incollaggio delle parti
C.4 Essiccazione.
D. Incollaggio di parti in gomma, plastica e metallo per la
produzione di articoli tecnici:
D.1 Lavorazioni meccaniche per la preparazione dei materiali (es.
sgarzatura, smerigliatura, raspatura, tornitura, rettifica delle
superfici metalliche e delle superfici vulcanizzate)
D.2 Spalmatura ed incollaggio delle parti
D.3 Essiccazione dei pezzi in forni e/o successiva vulcanizzazione
in autoclavi.
E. Incollaggio di imbottiture:
E.1 Lavorazioni meccaniche per la preparazione dei materiali (es.
taglio, sagomatura)
E.2 Applicazione dei collanti:
E.2.1 a spruzzo
E.2.2 diversamente dal punto E.2.1
E.3 Asciugatura dei pezzi.
F. Incollaggio di parti in legno:
F.1 Applicazione dei collanti
F.2 Incollaggio con utilizzo di presse a caldo o a freddo.
G. Operazioni e/o fasi di cicli tecnologici, diversi da quelli
indicati ai punti precedenti:
G.1 Lavorazioni meccaniche per la preparazione dei materiali (es.
taglio, sagomatura)
G.2 Preparazione delle superfici (es. sgrassaggio, carteggiatura)
G.3 Incollaggio delle parti:
G.3.1 a spruzzo di colle a solvente o all'acqua
G.3.2 a pennello di colle a solvente o all'acqua
G.3.3 con tecnica applicativa diversa dalle precedenti e/o a caldo
di colle, adesivi e mastici ad alto secco senza solvente od all'acqua
G.4 Asciugatura dei pezzi.
Materie prime
1. Prodotti collanti, adesivi, mastici e resine polimeriche solide
(HOT MELT)
2. Imbottiture
3. Substrati per la produzione di nastri adesivi
4. Substrati di materiale vario (film plastici, tessuti, carta,
cartone, alluminio, cuoio, plastica, gomma, metallo, legno ecc.)
Concorrono al limite di 100 kg/g i COV contenuti nelle materie
prime di cui al punto 1.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Le emissioni di COV non sono sottoposte a limitazioni qualora
siano garantite le seguenti condizioni relative alla qualita' dei
prodotti collanti:
- con un residuo secco del 100% (hot melt);
- in dispersione acquosa con un contenuto di monomero libero <=
0,5% in peso e di cosolventi <= al 5% in peso.
2. da intendersi come somma dei seguenti composti:
- metile acrilato
- etile acrilato
- butile acrilato.
3. Le cabine a velo d'acqua utilizzate per l'applicazione del
collante a spruzzo dovranno essere dotate di idonei sistemi ad umido
(labirinti, nebulizzatori, ecc.) con eventuale separatore di gocce
terminale o comunque di sistemi a questi assimilabili.
4. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
4.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alle voci "Limiti" e "Note" riportate nel paragrafo
"Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche";
4.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
4.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
5. Per gli impianti esistenti e dotati di sistema di abbattimento
diverso dal postcombustore, cosi' come previsto dall'art. 275 comma
16, il limite relativo al parametro COV sara' uguale a 150 mg/Nm3
fino alla data del 1° aprile 2013.
6. Valore compreso nel limite di 50 mg/Nm3 del parametro "COV".
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| ESTERNA (a strato sottile)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON RIGENERAZIONE
| INTERNA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.03 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a pannelli)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di consumo complessivo di sostanze collanti
sia inferiore a 10 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto
delle prescrizioni di cui ai punti 8 e 9 del paragrafo "PRESCRIZIONI
E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo
il seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua
attuale e prevista di solvente, verificando dalle schede tecniche/di
sicurezza la percentuale di solvente contenuto nelle materie prime
della stessa riga; se non gia' utilizzate indicare la quantita' annua
prevista.
N.B. Nella penultima riga indicare la quantita' annua totale
prevista sommando le quantita' delle materie prime.
Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' di solvente con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia'
effettuata si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il
numero identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu'
emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto
di abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
q)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte II
Produzione di sapone e detergenti sintetici prodotti per l'igiene
e la profumeria con utilizzo di materie prime
non superiori a 200 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di saponi e detergenti sintetici, prodotti per l'igiene
e la profumeria con utilizzo giornaliero di materie prime non
superiore a 200 kg/g.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Stoccaggio delle materie prime e/o dei prodotti finiti, con
eventuale trasporto pneumatico e caricamento delle stesse
B. Macinazione
C. Pesatura e dosaggio
D. Miscelazione a freddo
E. Miscelazione a caldo
F. Miscelazione con eventuale reazione di neutralizzazione
G. Fusione
H. Colatura
I. Pressatura in stampi
J. Trafilatura a freddo
K. Dissoluzione per la preparazione di prodotti a base alcolica
L. Filtrazione
Materie prime
1. Acqua
2. Acidi grassi
3. Grassi
4. Paraffine
5. Emulsionanti
6. Essenze/ oli essenziali
7. Solventi organici
8. Sostanze organiche
9. Acidi, basi, ossidanti (es.acido cloridrico, soluzioni
ammoniacali, acqua ossigenata)
10. Cariche addittivanti polverulente (mica, talco ed assimilabili)
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Concorrono al limite di 200 kg/g tutte le materie prime indicate,
esclusa l'acqua (punto 1).
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
2. Per minimizzare le emissioni diffuse in ambiente di lavoro
dovranno essere applicate le seguenti buone pratiche:
2.1. i composti organici volatili e i composti inorganici volatili
devono essere caricati sotto battente liquido e non a caduta;
2.2. le polveri confezionate in sacchi devono essere caricate
mediante tramogge rompisacco (o apparecchiature similari), o in
postazioni fisse chiuse e sotto aspirazione;
2.3. i miscelatori sia di polveri sia di liquidi e/o emulsioni,
devono operare chiusi. Le apparecchiature utilizzate per le eventuali
operazioni di saponificazione devono essere presidiate da idonea
aspirazione;
2.4. le apparecchiature adibite al confezionamento di prodotti in
polvere, o contenenti composti organici o inorganici volatili, devono
essere chiuse (compatibilmente con la fase operativa).
3. I valori relativi a mica, talco ed assimilabili s'intendono
compresi nel limite di 10 mg/Nm3 delle "Polveri".
4. Il limite per il parametro "polveri" e' di 10 mg/Nm3 ; qualora
la ditta, per motivazioni di tecnica analitica, decida di non
misurare il parametro "mica e talco" separatamente dal parametro
"polveri", il limite di riferimento per lo stesso parametro "polveri"
sara' 5 mg/Nm3 . L'autorita' di controllo dovra' uniformarsi, per la
verifica del rispetto dei limiti, alla scelta effettuata dalla ditta.
Schede impianti di abbattimento
---------------------------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a tessuto)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE
| (filtro a cartucce)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.SV.01 | ABBATTITORE AD UMIDO (scrubber venturi o
| jet venturi)
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
----------------|----------------------------------------------------
SCHEDA AU.ST.03 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
| (colonna a letti flottanti)
---------------------------------------------------------------------
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
20 kg/g, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui
ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI
CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e
considerazioni sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici
dichiarati ed oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente potra'
applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque,
concordate con il Dipartimento ARPA competente per territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche
di polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per
la riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di
attivita' in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso
sfiati, in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri
minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di
cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di
abbattimento degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione
le relative schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti
ai requisiti impiantistici riportati negli specifici allegati
tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti
autorizzativi, potra' unificare la cadenza temporale dei controlli
previa comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite di 200 kg/g esclusivamente le materie prime
con asterisco.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi | abbattimento
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
r)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Tempra di metalli con consumo di olio non superiore a 10 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Operazioni di trattamenti termici su metalli in genere mediante
lavorazioni di tempera e rinvenimento ed operazioni similari e/o
assimilabili con consumo di materia prima (oli, emulsioni ed
assimilabili) non superiore a 10 kg/g.
Qualora vengano svolte operazioni di pulizia chimica o pulizia
meccanica/lavorazioni meccaniche o trattamenti termici in atmosfera
controllata, dovra' essere presentata anche istanza di adesione allo
specifico allegato tecnico:
• "Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di
solventi non superiore a 10 kg/g
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Trattamenti termici: riscaldamento / ricottura (per induzione, in
forno e assimilabili)
B. Spegnimento - Rinvenimento
Materie prime
1. Materiali metallici
2. Oli, emulsioni ed assimilabili
Concorrono al limite di 10 kg/gionro le materie prime del punto 2.
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|=========================|=========================================|
| SCHEDA DC.CF.01 | IMPIANTO A COALESCENZA |
|-------------------------|-----------------------------------------|
| SCHEDA DC.PE.01 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO |
|-------------------------|-----------------------------------------|
| SCHEDA DC.PE.02 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO |
| | (nebbie oleose e COV altobollenti) |
|-------------------------|-----------------------------------------|
| SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA |
|-------------------------|-----------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE |
|-------------------------|-----------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA |
|=========================|=========================================|
Soglia massima
Qualora il quantitativo di olio utilizzato sia inferiore a 1
kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di
cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI
CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti
di abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo
tecnologico ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio
degli impianti industriali dandone comunicazione entro le otto ore
successive all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera
o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite di 10 kg/giorno esclusivamente le materie
prime con asterisco.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
S)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Produzione di oggetti artistici in ceramica, terracotta o vetro in
forni in
muffola discontinua con utilizzo nel ciclo produttivo di smalti,
colori e
affini non superiore a 50 kg/giorno
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di oggetti artistici in ceramica, terracotta o vetro in
forni in muffola discontinua con utilizzo nel ciclo produttivo di
smalti, colori e affini non superiore a 50 kg/g.
Se viene svolta l'attivita' di decorazione di piastrelle ceramiche
senza procedimento di cottura, si e' nel campo di applicazione delle
attivita' in deroga di cui all'art. 272, comma 1 (D.Lgs. 152/06,
Parte Quinta, Allegato IV, Parte I, lettera c).
Qualora vengano svolte operazioni di pulizia chimica (sgrassaggio del
supporto) o di produzione di ceramiche artistiche, dovra' essere
presentata anche istanza di adesione agli specifici allegati tecnici:
• "Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di
solventi non superiore 10 kg/g";
• "Produzione di ceramiche artistiche esclusa la decoratura con
utilizzo massimo di materia prima giornaliero non superiore a 4000
kg".
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Movimentazione, trasporto pneumatico, pesatura automatica/manuale,
preparazione di smalti, colori ed affini
B. Pulizia degli oggetti in vetro
C. Decorazione:
C.1 con applicazione degli smalti, dei colori e altri materiali
assimilabili allo stato solido, in emulsione acquosa o in solvente
mediante tecnologie manuali o automatiche
C.2 satinatura
C.3 decorazione con acido fluoridrico di oggetti in vetro
D. Cottura oggetti artistici in muffola
E. Finitura di oggetti in vetro con materiale abradente
Materie prime
1. Smalti, pigmenti di varia composizione e consistenza
2. Prodotti per pulizia
3. acido fluoridrico
Concorrono al limite di 50 kg/g le materie prime di cui al punto 1.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Valore da ricercare solo qualora venga utilizzato materiale
abradente contenente silice libera cristallina, il valore e' compreso
nel limite relativo al parametro "Polveri".
[**] Il depolveratore a secco puo' essere utilizzato solo se dotato
d'iniezione di sostanze basiche solide granulari.
Note
1. Non sono ammessi prodotti vernicianti, catalizzatori, diluenti e
solventi contenenti COV con le seguenti caratteristiche:
1.1. Prodotti a solvente con contenuto di COV >50%;
1.2. Prodotti a base acqua con contenuto di COV solubili in acqua
> 5%.
2. Fatto salvo quanto previsto dal punto 1, non e' ammesso l'uso di
prodotti vernicianti, catalizzatori, diluenti e solventi contenenti
COV:
2.1. classificati con le seguenti frasi di rischio: H350, H340,
H350i, H360F, H360D, H341;
2.2. contenenti impurita' in quantita' superiore complessivamente
al 0,1% in peso;
2.3. in misura superiore, nel rispetto del precedente punto 2.1, a
quanto di seguito indicato:
|=================|=================================================|
| Sostanza | Quantita' ammessa |
| |========================|========================|
| | Prodotti a base COV | Prodotti a base |
| | | acqua [*] |
|=================|========================|========================|
| Ftalati |< al 3% in peso nel P.V.| - |
|-----------------|------------------------|------------------------|
| Ammine |< al 0,5% in peso |< al 1,5% in peso |
| alifatiche |nel P.V. |nel P.V. |
|-----------------|------------------------|------------------------|
| TDI |< al 0,5% in peso |< al 0,5% in peso |
| (toluendii- |nel catalizzatore |nel catalizzatore |
| socianato) | | |
|-----------------|------------------------|------------------------|
| MDI |< al 2% in peso |< al 2% in peso |
|(difenilmetandii-|nel catalizzatore |nel catalizzatore |
| socianato) | | |
|-----------------|------------------------|------------------------|
|[*] sono da considerarsi a "base acqua" tutti i prodotti |
| idrosolubili contenenti all'applicazione cosolvente |
| organico volatile in misura < 10% in peso |
|=================|=================================================|
3. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
3.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
3.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
3.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|================|==================================================|
| SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO (ciclone e multiciclone) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.ST.02| ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.ST.03| ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE |
| |(colonna a letti flottanti) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RI.01| ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE INTERNA |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RE.01| ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RE.02| ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| |RIGENERAZIONE ESTERNA (a strato sottile) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA |
|================|==================================================|
Soglia massima
Qualora il quantitativo di smalti, colori ed affini non superiori a
15 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni
di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "CONSIDERAZIONI E PRESCRIZIONI
DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
186
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale
e prevista di solvente, verificando dalle schede tecniche/di
sicurezza la percentuale di solvente contenuto nelle materie prime
della stessa riga; se non gia' utilizzate indicare la quantita' annua
prevista.
N.B. Nella penultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista sommando
le quantita' di solvente con doppio asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite di 50 kg/giorno le materie prime con
asterisco e con doppio asterisco.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
t)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Trasformazione e conservazione esclusa la surgelazione, di frutta,
ortaggi, funghi con produzione non superiore a 1000 kg/giorno
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Trasformazione e conservazione esclusa la surgelazione, di frutta,
ortaggi, funghi con produzione non superiore a 1000 kg/giorno.
Se l'attivita' implica una produzione giornaliera non superiore a 350
kg si e' nel campo di applicazione delle attivita' in deroga di cui
all'art. 272, comma 1 (d.l.gs 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte I, lettera t).
Si ricorda che il gestore puo' richiedere l'adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Eventuale trasporto pneumatico e caricamento delle materie prime
e/o dei prodotti finiti
B. Spremitura, centrifugazione
C. Disidratazione
D. Trattamenti termici (riscaldamento, cottura, essiccazione,
concentrazione, ecc.)
D.1 a temperature < 100 °C
D.2 a temperature ≥ 100 °C
E. Pastorizzazione con acqua o vapore
F. Tostatura
G. Raffreddamento
H. Macinazione
I. Confezionamento
N.B. Eventuali trattamenti con gas tossici e/o con atmosfera
modificata, sono assoggettati al rispetto delle normative specifiche
di settore
Materie prime
1. Frutta, verdura, funghi.
2. Sale
3. Zucchero
4. Additivi
5. Conservanti
6. Coloranti
7. Condimenti
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Per operazioni di trattamento termico con T < 100 °C non e'
fissato il limite.
2. Nessun limite per la fase di raffreddamento conseguente alla
tostatura.
193
3. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
3.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
3.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
3.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|=================|=================================================|
| SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA (a strato sottile) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE INTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(Filtro a Tessuto) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(Filtro a Cartucce) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA |
|=================|=================================================|
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 550 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
194
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico
ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle materie prime.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica indicare
la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare solo la
produzione annua prevista.
|========================|==========================================|
| | Quantita' in kg/anno [*] |
|========================|=====================|====================|
| Produzione | Attuale | Prevista |
|========================|=====================|====================|
[*] Concorre al limite dei 1000 kg/g.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
u)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Trasformazione e conservazione, esclusa la surgelazione, di carne con
produzione non superiore a 1000 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Trasformazione e conservazione, esclusa la surgelazione, di carne con
produzione non superiore a 1000 kg/g.
Se l'attivita' e' svolta con produzione giornaliera massima non
superiore a 350 kg si e' nel campo di applicazione delle attivita' in
deroga di cui all'art. 272, comma 1 (D.Lgs. 152/06, Parte Quinta,
Allegato IV, Parte I, lettera u).
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Macellazione di animali
B. Fusione
C. Produzione di insaccati:
C.1 ricevimento delle materie prime
C.2 stoccaggio
C.3 scongelamento delle materie prime
C.4 lavorazioni varie (ad es. mondatura, sezionamento, disosso,
cernita, macinatura, rifilatura, eventuale aggiunta di additivi e
spezie)
C.5 insaccamento
C.6 asciugatura
C.7 affumicatura
C.8 stagionatura
C.9 rimozione delle muffe dagli insaccati con sistemi vari
C.10 soffiatura insaccati
C.11 confezionamento e stoccaggio prodotto finito.
D. Produzione di wurstel:
D.1 ricevimento delle materie prime
D.2 stoccaggio
D.3 scongelamento delle materie prime
D.4 triturazione
D.5 impasto
D.6 omogeneizzazione dell'impasto
D.7 stoccaggio intermedio
D.8 trattamento in salamoia e collagene
D.9 estrusione della farcia
D.10 insacco
D.11 essiccazione a 80 °C circa
D.12 affumicatura
D.13 raffreddamento
D.14 confezionamento
D.15 pastorizzazione del confezionato con acqua ad una temperatura
di 80 °C
D.16 raffreddamento ulteriore
D.17 confezionamento e stoccaggio prodotto finito.
E. Produzione di carni con operazioni di cottura:
E.1 ricevimento materie prime
E.2 stoccaggio
E.3 scongelamento
E.4 lavorazioni varie (mondatura, sezionamento, disosso, cernita,
macinatura, zangolatura, rifilatura)
E.5 operazioni di cottura:
E.5.1 bollitura (cottura a lesso, a vapore)
E.5.2 al forno
E.5.3 arrosto
E.5.4 friggitura
E.6 affumicatura
E.7 eventuale stagionatura
E.8 confezionamento e stoccaggio
Materie prime
1. Animali da macello
2. Carne, grasso, cotenne
3. Sale, additivi (ad esempio polifosfati, collagene), conservanti
(ad esempio: nitriti, nitrati), coloranti, spezie (ad esempio: aglio,
peperoncino, pepe)
4. Farine, pane grattugiato, uova, acqua, ecc.
5. Oli vegetali
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|=================|=================================================|
| SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA (a strato sottile) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA ACRI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE INTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.SV.01 | ABBATTITORE AD UMIDO |
| |(scrubber venturi o jet venturi) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.CF.01 | IMPIANTO A COALESCENZA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.PE.02 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO |
| |(nebbie oleose e COV altobollenti) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA |
|=================|=================================================|
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 550 kg/g, la Ditta e' esonerata
dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo
"PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali, l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo
tecnologico ad essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio
degli impianti industriali dandone comunicazione entro le otto ore
successive all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera
o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
209
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita
alle condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle materie prime.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica indicare
la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare solo la
produzione annua prevista.
|========================|==========================================|
| Produzione | Quantita' in kg/anno [*] |
|========================|=====================|====================|
| | Attuale | Prevista |
|========================|=====================|====================|
[*] Concorre al limite dei 1000 kg/giorno.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
v)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Molitura cereali con produzione non superiore a 1500 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Molitura di cereali con produzione non superiore a 1500 kg/giorno.
Se l'attivita' e' svolta con produzione giornaliera non superiore a
500 kg si e' nel campo di applicazione delle attivita' in deroga di
cui all'art. 272, comma 1 (D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV,
Parte I, lettera v).
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Stoccaggio cereali
B. Trasferimento
C. Molitura
D. Confezionamento
Materie prime
1. Cereali
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
2. Per quanto concerne gli impianti mobili, l'impresa agricola dovra'
acquisire dal proprietario dell'impianto una dichiarazione di
conformita' dei sistemi di abbattimento presenti alle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
3. Per gli impianti esistenti il limite del parametro polveri dovra'
essere adeguato al valore di 10 mg/Nm3 entro il 31 dicembre 2011.
Schede impianti di abbattimento
|================|==================================================|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO |
| |(Ciclone e multiciclone) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MM.02 | DEPOLVERATORE A SECCO (Camera di calma) |
|================|==================================================|
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 1000 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati entro
60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che riporti
la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni generate
nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita
alle condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle materie prime.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica indicare
la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare solo la
produzione annua prevista.
|========================|==========================================|
| Produzione | Quantita' in kg/anno [*] |
|========================|=====================|====================|
| | Attuale | Prevista |
|========================|=====================|====================|
[*] Concorre al limite dei 1500 kg/giorno.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
z)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Lavorazione e conservazione, esclusa la surgelazione, di pesce ed
altri
prodotti alimentari marini con produzione non superiore a 1000
kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Lavorazione e conservazione, esclusa la surgelazione, di pesce ed
altri prodotti alimentari marini con produzione non superiore a 1000
kg/giorno.
224
Se l'attivita' e' svolta con produzione giornaliera massima non
superiore a 350 kg si e' nel campo di applicazione delle attivita' in
deroga di cui all'art. 272, comma 1 (d.l.gs 152/06, Parte Quinta,
Allegato IV, Parte I, lettera w).
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Movimentazione delle materie prime
B. Desquamatura, eviscerazione, sfilettatura, lavaggio con acqua a
freddo e operazioni assimilabili
C. Produzione affumicati:
C.1 Salatura a secco e maturazione in cella frigorifera
C.2 Eventuale risciacquo residui della salatura
C.3 Trattamenti termici:
C.3.1 asciugatura preliminare
C.3.2 affumicatura
C.3.3 asciugatura finale
C.4 Taglio, affettatura ed operazioni assimilabili
C.5 Confezionamento sottovuoto ed imballaggio
C.6 Trasferimento in cella frigorifera (eventuale congelamento)
D. Produzione di pesce e prodotti ittici con operazioni di cottura:
D.1 Scongelamento in acqua salata
D.2 Operazioni di cottura:
D.2.1 bollitura (cottura a lesso, a vapore)
D.2.2 al forno
D.2.3 arrosto
D.2.4 friggitura
D.3 Confezionamento e stoccaggio
E. Produzione di prodotti finiti da pesce congelato:
E.1 Decongelazione in vasche di lavaggio in acqua salata ed
eventuale arricciatura
E.2 Confezionamento con ghiaccio secco e stoccaggio.
Materie prime
1. Pesce
2. Farina, pane grattato, sale
3. Additivi, conservanti e spezie
4. Olio e altri condimenti
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|=================|=================================================|
| SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA (a strato sottile) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE INTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.SV.01 | ASSORBITORE AD UMIDO |
| |(scrubber venturi o jet venturi) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.CF.01 | IMPIANTO A COALESCENZA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.PE.02 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO |
| |(nebbie oleose e COV altobollenti) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA |
|=================|=================================================|
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 550 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati entro
60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che riporti
la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni generate
nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita
alle condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle materie prime.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica indicare
la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare solo la
produzione annua prevista.
|========================|==========================================|
| Produzione | Quantita' in kg/anno [*] |
|========================|=====================|====================|
| | Attuale | Prevista |
|========================|=====================|====================|
[*] Concorre al limite dei 1000 kg/giorno.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
aa)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Prodotti in calcestruzzo e gesso in quantita' non superiore a 1500
kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di calcestruzzo e gesso con quantitativi di materiali
finiti non superiore a 1500 kg/giorno.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Carico/scarico materie prime
B. Stoccaggio
C. Trasferimento
D. Impasto
E. Molatura, sbavatura (eventuali sul pezzo finito)
Materie prime
1. Sabbia
2. Ghiaia
3. Gesso
4. Cemento
5. Additivi vari (addensanti, antigelivi ecc.)
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Il carico/scarico e il trasferimento degli inerti sfusi deve
avvenire in modo da evitare emissioni diffuse. La movimentazione del
cemento e del gesso, se sfusi, deve avvenire mediante trasporto
pneumatico nei sili di stoccaggio. I piazzali di scarico e le vie di
transito interne devono essere tenuti puliti ed umidificati.
2. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
2.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
2.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
2.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
3. Per le fasi di carico/scarico delle materie prime, il limite del
parametro polveri s'intende rispettato qualora tali fasi siano
presidiate da un impianto di abbattimento elencato in tabella.
Schede impianti di abbattimento
|================|==================================================|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| | (filtro a tessuto) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|================|==================================================|
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 150 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle materie prime.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica indicare
la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare solo la
produzione annua prevista.
|========================|==========================================|
| Produzione | Quantita' in kg/anno [*] |
|========================|=====================|====================|
| | Attuale | Prevista |
|========================|=====================|====================|
[*] Concorre al limite dei 1500 kg/giorno.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
bb)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Pressofusione con utilizzo di metalli e leghe in quantita' non
superiore
a 100 kg/giorno.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Pressofusione con utilizzo di metalli e leghe in quantita' non
superiore a 100 kg/giorno.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Fusione del metallo con eventuale aggiunta di scorificanti e/o
assimilabili
B. Caricamento automatico/manuale delle presse
C. Applicazione del distaccante/lubrificante
D. Pressofusione
E. Prelievo automatico/manuale del materiale pressofuso sagomato
F. Raffreddamento naturale o forzato
Materie prime
1. Leghe metalliche
2. Scorificanti e/o assimilabili
3. Lubrificanti/distaccanti
Concorrono al limite di 100 kg/g metalli e leghe di cui al punto 1.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianti di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|=================|=================================================|
| SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.ST.03 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE |
| |(colonna a letti flottanti) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.SV.01 | ABBATTITORE AD UMIDO |
| |(scrubber venturi o jet venturi) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO |
| |(Ciclone e multiciclone - |
| | preseparatore gravimetrico) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.CF.01 | IMPIANTO A COALESCENZA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.PE.01 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.PE.02 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO |
| |(nebbie oleose e COV altobollenti) |
|=================|=================================================|
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
10 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni
di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI
DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1 permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2 essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite di 100 kg/giorno esclusivamente le materie
prime con asterisco.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
Parte di provvedimento in formato grafico
cc)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Lavorazioni manifatturiere alimentari con utilizzo di materie prime
non
superiori a 1000 kg/giorno
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Lavorazioni manifatturiere alimentari con utilizzo di materie prime
non superiore a 1000 kg/giorno.
Se l'attivita' e' svolta con utilizzo giornaliero di materie prime
non superiore a 350 kg si e' nel campo di applicazione delle
attivita' in deroga di cui all'art. 272, comma 1 (d.l.gs 152/06,
Parte Quinta, Allegato IV, Parte I, lettera x).
Il presente allegato verra' suddiviso in due sezioni, relative
rispettivamente a:
A) Lavorazioni manifatturiere alimentari con utilizzo di materie
prime non superiore a 1000 kg/giorno
B) Attivita' di essicazione di materiali vegetali presso aziende
agricole [*], con produzione non superiore a 1000 kg/giorno.
A conclusione dell'allegato vi e' il paragrafo "Prescrizioni e
considerazioni a carattere generale", valido per entrambe le sezioni
dell'allegato.
[*] E' definito imprenditore agricolo, secondo l'art. 2135 del Codice
Civile, chi esercita un'attivita' diretta alla coltivazione del
fondo, alla silvicoltura,all'allevamento del bestiame ed attivita'
connesse. Si reputano connesse le attivita' legate alla
trasformazione o all'alienazione dei prodotti agricoli, quando
rientrano nell'esercizio normale dell'agricoltura.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
A) LAVORAZIONI MANIFATTURIERE ALIMENTARI CON UTILIZZO DI MATERIE
PRIME NON SUPERIORE A 1000 kg/giorno
Qualora vengano svolte attivita' di trasformazione e conservazione
della carne e/o del pesce, dovra' essere presentata anche istanza di
adesione agli specifici allegati tecnici:
• "Trasformazione e conservazione, eclusa la surgelazione, di
frutta, ortaggi, funghi con produzione non superiore a 1000
kg/giorno";
• "Trasformazione e conservazione, esclusa la surgelazione, di
carne con produzione non superiore a 1000 kg/giorno";
• "Lavorazione e conservazione, esclusa la surgelazione, di pesce
ed altri prodotti alimentari marini con produzione non superiore a
1000 kg/giorno".
Fasi lavorative
A.1 Scarico, carico, movimentazione, trasporto pneumatico di
materie prime e/o dei prodotti finiti
A.2 Frantumazione, macinazione
A.3 Trattamenti termici con temperatura superiore ai 100 °C di
prodotti vari di origine animale e vegetale
A.4 Pulitura di semi oleosi e cereali vari
A.5 Essiccazione, condizionamento e lavorazione di semi oleosi,
cereali e farine ed altri prodotti di origine vegetale
A.6 Estrazione di oli con solventi
A.7 Processi di raffinazione e depurazione dell'olio grezzo
(depurazione, raffinazione, sedimentazione, filtrazione, eliminazione
della mucillagine, centrifugazione)
A.8 Friggitura
A.9 Movimentazione/trasporto pneumatico dei prodotti finiti
A.10 Confezionamento
A.11 Stoccaggio dei prodotti finiti
Materie prime
1. carni, grassi animali
2. semi oleosi e cereali vari
3. solventi per oli
4. prodotti vari di origine vegetale e animale
Concorrono al limite di 1000 kg/giorno tutte le materie prime
indicate ed al limite di 25 kg/giorno solo le materie prime di cui al
punto 3.
Eventuali trattamenti con gas tossici e/o con atmosfera modificata
sono assoggettati al rispetto delle normative specifiche di settore.
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|=================|=================================================|
| SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA (a strato sottile) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE INTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.CF.01 | IMPIANTO A COALESCENZA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.PE.01 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.PE.02 | PRECIPITATORE ELETTROSTATICO A SECCO |
| |(nebbie oleose e COV altobollenti) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.C.01 | COMBUSTIONE CATALITICA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA |
|=================|=================================================|
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 550 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
B) ATTIVITA' DI ESSICAZIONE DI MATERIALI VEGETALI PRESSO AZIENDE
AGRICOLE [*], CON PRODUZIONE NON SUPERIORE A 1000 kg/giorno
[*] E' definito imprenditore agricolo, secondo l'art. 2135 del Codice
Civile, chi esercita un'attivita' diretta alla coltivazione del
fondo, alla silvicoltura,all'allevamento del bestiame ed attivita'
connesse. Si reputano connesse le attivita' connesse alla
trasformazione o all'alienazione dei prodotti agricoli, quando
rientrano nell'esercizio normale dell'agricoltura.
Nel caso l'attivita' sia svolta presso l'azienda agricola con
"impianti mobili", gli impianti dovranno rispettare esclusivamente le
prescrizioni minimali indicate al paragrafo considerazioni
particolari/note, l'autorizzazione dovra' essere comunque richiesta
dal gestore del sito (impresa agricola).
Fasi lavorative
B.1 Ricevimento/ stoccaggio
B.2 Trasporto delle materie prime
B.2.1 pneumatico
B.2.2 meccanico
B.3 Eventuale pulitura
B.4 Essiccazione:
B.4.1 di cereali/semi oleosi
B.4.2 di foraggio
B.5 Stoccaggio, eventuale condizionamento, movimentazione, trasporto
pneumatico/meccanico dei prodotti finiti ed eventuale
confezionamento.
Materie prime
1. semi oleosi e cereali vari
2. foraggi (esempio erba medica)
Eventuali trattamenti con gas tossici e/o con atmosfera modificata
sono assoggettati al rispetto delle normative specifiche di settore.
Parte di provvedimento in formato grafico
Note:
1 Il sistema di abbattimento delle polveri per la fase di trasporto
pneumatico dovra' essere scelto tenuto conto dell'umidita' delle
materie prime in ingresso;
2 Prescrizioni tecnico/gestionali per gli impianti mobili:
2.1. l'impianto di essicazione dovra' essere dotato contaore non
azzerabile con registratore grafico di eventi;
2.2. per la minimizzazione dei fenomeni di molestia olfattiva, il
gestore dovra' adottare almeno una delle indicazioni sotto riportate:
i. il luogo di effettuazione delle operazioni di essiccazione
dovra' essere delimitato attraverso un sistema di piantumazione,
fasce tampone o sistemi equivalenti adatti a fornire una barriera
verso l'esterno alle polveri che si possono generare nell'attivita',
tenuto conto della direzione predominante dei venti ai fini del
miglioramento della dispersione delle emissioni;
ii. l'impianto dovra' essere posizionato ad una distanza minima di
500 m dalla abitazione piu' vicina, qualora l'attivita' sia svolta
all'esterno (in campo);
iii. predisposizione di idonea compartimentazione dell'area di
lavoro (barriere mobili).
3 L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
3.1 Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
3.2 Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
3.3 Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
4 Per quanto concerne gli impianti mobili, l'impresa agricola
dovra' acquisire dal proprietario dell'impianto una dichiarazione di
conformita' dei sistemi di abbattimento presenti alle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
Gli impianti di abbattimento citati nel presente allegato sono i
seguenti:
|================|==================================================|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO (ciclone e multiciclone) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MM.02 | DEPOLVERATORE A SECCO (camera di calma) |
|================|==================================================|
Soglia massima
Qualora l'attivita' sia svolta con impianti fissi o mobili con
produzione inferiore a 550 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal
rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo
"CONSIDERAZIONI E PRESCRIZIONI DI CARATTERE GENERALE".
Per i soli impianti mobili l'impresa agricola NON dovra' comunicare
la messa in esercizio dell'impianto.
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1 manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2 manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3 controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4 tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1 permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2 essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale
e prevista di solvente; se non gia' utilizzate indicare la quantita'
annua prevista.
N.B. Nella penultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista sommando
le quantita' di solvente con doppio asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite di 1000 kg/giorno della sottosezione A)
dell'allegato: "Lavorazioni manifatturiere alimentari con utilizzo di
materie prime non superiore a 1000 kg/giorno esclusivamente le
materie prime con asterisco.
[**] Concorrono al limite per il solvente di 25 kg/giorno della
sottosezione A) dell'allegato: "Lavorazioni manifatturiere alimentari
con utilizzo di materie prime non superiore a 1000 kg/giorno,
esclusivamente le materie prime con doppio asterisco.
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica indicare
la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare solo la
produzione annua prevista.
|========================|==========================================|
| Produzione | Quantita' in kg/anno [*] |
|========================|=====================|====================|
| | Attuale | Prevista |
|========================|=====================|====================|
[*] Concorre al limite dei 1000 kg/giorno della sottosezione B) del
l'allegato:"Attivita' di essicazione di materiali vegetali presso
aziende agricole, cosi' come definite dall'art. 2135 del Codice
Civile, con produzione non superiore a 1000 kg/giorno".
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
dd)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Lavorazioni conciarie con utilizzo di prodotti vernicianti pronti
all'uso
giornaliero massimo non superiore a 50 kg.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Lavorazioni conciarie con utilizzo di prodotti vernicianti pronti
all'uso giornaliero massimo non superiore a 50 kg.
Le lavorazioni conciarie considerate nell'allegato sono quelle di
rifinizione, escludendo la fase definita di riviera (fase che
comprende tutti i trattamenti che precedono la concia vera e propria)
e di concia.
Qualora vengano utilizzati macchinari a ciclo chiuso di concerie e
pelliccerie, si e' nel campo di applicazione delle attivita' in
deroga di cui all'art. 272, comma 1 (D.Lgs. 152/06, Parte Quinta,
Allegato IV, Parte I, lettera q).
Qualora vengano svolte attivita' di serigrafia e/o tampografia,
dovra' essere presentata anche istanza di adesione allo specifico
allegato tecnico:
• "Tipografia, litografia, serigrafia, con utilizzo di prodotti
per la stampa (inchiostri, vernici e similari) giornaliero massimo
complessivo non superiore a 30 kg".
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Pesatura delle materie prime con modalita' automatica o manuale
B. Tintura in vasche aperte o tini chiusi ed assimilabili
C. Ingrasso delle pelli in apparecchi chiusi
D. Asciugatura delle pelli finite
E. Palissonatura e folonaggio (le pelli sono sottoposte a stiramenti
e sollecitazioni per renderle morbide, nella palissonatura in
apposito macchinario, nel folonaggio in bottali con acqua o segatura)
F. Rifinizione o verniciatura. La rifinizione e' costituita da 3
strati: fondo (paste pigmento), copertura e lucido (con prodotti ad
acqua e/o con prodotti nitrocellulosici in emulsione acquosa o con
prodotti vernicianti - P.V. - a base solvente)
G. Fissaggio dopo la verniciatura, con utilizzo di soluzione di
formaldeide al 10 - 15%
H. Asciugatura e fissatura
Materie prime
1. Pelli conciate
2. Fissativi, caseine, tannini sintetici, oli
3. Acidi organici ed inorganici, basi, ammine ed aniline, pigmenti in
polvere ed in pasta, coloranti organici, sali e cariche minerali.
4. Vernici nitro e diluenti
Concorrono al limite di 50 kg/giorno di prodotti vernicianti pronti
all'uso, i COV contenuti nelle materie prime di cui ai punti 3, 4.
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Comprensivi del contributo di cromo e nichel.
[**] Comprensivi del contributo della formaldeide.
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
2. Non si applica alcun limite in caso di utilizzo di prodotti
vernicianti all'acqua.
Schede impianti di abbattimento
|=================|=================================================|
| SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA (a strato sottile) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE INTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.SV.01 | ASSORBITORE AD UMIDO |
| |(scrubber venturi o jet venturi) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA |
|=================|=================================================|
Soglia massima
Qualora il quantitativo di COV contenuto nelle materie prime sia
inferiore a 5 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle
prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "CONSIDERAZIONI E
PRESCRIZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
Quantita' di solvente in kg/anno: indicare la quantita' annua attuale
e prevista di solvente, verificando dalle schede tecniche/di
sicurezza la percentuale di solvente contenuto nelle materie prime
della stessa riga; se non gia' utilizzate indicare la quantita' annua
prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' di solvente con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite di 50 kg/giorno per l'utilizzo di prodotti
vernicianti pronti all'uso esclusivamente le materie prime con
asterisco.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
ee)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Fonderie di metalli con produzione di oggetti metallici giornaliera
massima non superiore a 100 kg.
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Fonderie di metalli con produzione di oggetti metallici massima non
superiore a 100 kg/giorno.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Stoccaggio cere e sabbie vergini/prerivestite
B. Preparazione delle sabbie prerivestite
C. Formatura anime
D. Preparazione anime compreso il rivestimento con refrattario ed
operazioni ad esso collegato
D.1 in cera
D.2 in sabbie
E. Recupero cera.
F. Recupero/rigenerazione sabbie.
G. Fusione
G.1 di materiali esenti da contaminanti (ad es. materozze, sfridi
di lavorazione esenti da oli di taglio o lubrorefrigeranti, materiali
di recupero, pani, rottami ed assimilabili)
G.2 di materiali con presenza di contaminanti (ad es. sfridi di
lavorazione con presenza di oli da taglio o lubrorefrigeranti,
materiali di recupero trattati superficialmente con prodotti
vernicianti e/o con componenti costituiti da materie plastiche,
rottami non selezionati ed assimilabili).
H. Colata.
I. Distaffatura
Materie prime
1. Sabbie / Sabbie prerivestite
2. Resine / distaccanti
3. Cere
4. Refrattari
5. Materiali metallici
6. Scarificanti
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Valore da intendersi comprensivo delle concentrazioni rilevate di
formaldeide e fenoli.
[**] Valore da intendersi compreso nel valore di 10 mg/Nm3 per le
polveri totali comprese nebbie oleose.
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|=================|=================================================|
| SCHEDA AC.RE.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RE.02 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE ESTERNA (a strato sottile) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AC.RI.01 | ABBATTITORE A CARBONI ATTIVI CON |
| | RIGENERAZIONE INTERNA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA DC.CF.01 | IMPIANTO A COALESCENZA |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO (Ciclone e multiciclone) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.01 | COMBUSTIONE TERMICA TRADIZIONALE |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA PC.T.02 | COMBUSTIONE TERMICA RIGENERATIVA |
|=================|=================================================|
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 10 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e 272,
c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto
prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad operazioni di
manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga si intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti;
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni;
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico;
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle materie prime.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica indicare
la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare solo la
produzione annua prevista.
|========================|==========================================|
| Produzione | Quantita' in kg/anno [*] |
|========================|=====================|====================|
| | Attuale | Prevista |
|========================|=====================|====================|
[*] Concorre al limite dei 100 kg/giorno.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
ff)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Produzione di ceramiche artistiche esclusa la decoratura con utilizzo
di
materia prima giornaliero massimo non superiore a 3000 kg
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di ceramiche artistiche esclusa la decoratura con utilizzo
di materia prima giornaliero massimo non superiore a 3000 kg.
Qualora vengano svolte operazioni di decorazione oggetti in ceramica,
terracotta o vetro, dovra' essere presentata anche istanza di
adesione allo specifico allegato tecnico:
• "Produzione di oggetti artistici in ceramica, terracotta o vetro
in forni in muffola discontinua con utilizzo nel ciclo produttivo di
smalti, colori e affini non superiore a 50 kg/giorno".
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' contenuta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Movimentazione, trasporto pneumatico di materie prime solide e
pesatura manuale/automatica di sostanze solide, macinazione argille e
smalti
B. Preparazione mescole e miscele solide, scarico, movimentazione,
conservazione, insacco
C. Formatura/sagomatura dei vari oggetti:
C.1 Preparazione dei vari oggetti artistici
C.2 Applicazione di materiali di vario tipo allo stato solido
D. Finitura degli oggetti mediante operazioni meccaniche (soffiatura,
taglio, molatura ed assimilabili)
E. Cottura di prodotti ceramici
Materie prime
1. Argille
2. Smalti, coloranti e pigmenti
3. Acqua
Concorrono al limite di 3000 kg/giorno le materie prime di cui ai
punti 1 e 2
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Il depolveratore a secco puo' essere utilizzato solo se dotato
d'iniezione di sostanze basiche solide granulari.
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|=================|=================================================|
| SCHEDA AU.SV.01 | ASSORBITORE AD UMIDO |
| |(scrubber venturi o jet venturi) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.ST.02 | ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|-----------------|-------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MM.01 | DEPOLVERATORE A SECCO (Ciclone e multiciclone) |
|=================|=================================================|
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
300 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni
di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI
DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria;
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti.
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni.
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico.
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite di 3000 kg/giorno esclusivamente le materie
prime con asterisco.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
gg)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Produzione di carta, cartone e similari con utilizzo di materie prime
giornaliero massimo non superiore a 4000 kg
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Produzione di carta, cartone e similari con utilizzo di materie prime
giornaliero massimo non superiore a 4000 kg
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Stoccaggio/Scarico materie prime
B. Trasferimento
C. Spappolamento
D. Sfibratura
E. Sbiancatura
F. Formatura foglio
G. Taglio, rifilatura e foratura
Materie prime
1. Carta ed assimilabili
2. Cellulosa
3. Legno
4. Pasta di legno
5. Sbiancanti
6. Additivi
Concorrono al limite di 4000 kg/gionro le materie prime di cui ai
punti 1, 2, 3, 4.
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. Valutazione della conformita' dell'emissione.
Caso A (portata effettiva ^ 1.400 m3/h per ogni m2 di superficie
libera della vasca)
Per la conformita' dell'emissione dovra' essere considerato solo ed
esclusivamente il valore analitico senza applicazione di alcun
fattore di correzione.
Caso B (portata effettiva > 1.400 m3/h per ogni m2 di superficie
libera della vasca)
Per la conformita' dell'emissione dovra' essere utilizzata la
seguente formula: Ci = A/AR * C
Ove:
Ci: concentrazione dell'inquinante da confrontare con il valore
limite imposto
C: concentrazione dell'inquinante rilevata in emissione, espressa in
mg/Nm3
A: portata effettiva dell'aeriforme in emissione espressa in m3/h per
ogni m2 di superficie libera della vasca
AR: portata di riferimento dell'aeriforme espressa in m3/h per ogni
m2 di superficie libera della vasca e determinata in 1.400 m3/h
N.B. Per il calcolo della superficie totale dell'impianto si dovra'
tenere conto esclusivamente delle vasche con superficie libera che
per composizione e/o per modalita' operative determinano emissioni
(ad es. temperatura di esercizio > 30 °C, presenza di composti
chimici in soluzione, insufflaggio di aria per agitazione, ecc.). Il
valore della portata di riferimento per ogni metro quadrato di
superficie libera potra' essere considerato pari a 700 Nm3/h nei casi
in cui l'impianto sia dotato di vasche provviste di dispositivi
idonei a diminuire l'evaporazione o di copertura totale (tunnel) e
relativo presidio aspirante.
2. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
2.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
2.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
2.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|================|==================================================|
| SCHEDA AU.ST.02| ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.ST.03| ABBATTITORE AD UMIDO SCRUBBER A TORRE |
| |(colonna a letti flottanti) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA AU.SV.01| ABBATTITORE AD UMIDO |
| |(scrubber venturi o jet venturi) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|================|==================================================|
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materie prime utilizzate sia inferiore a
400 kg/giorno, la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni
di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI
DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e 272,
c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria.
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti.
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni.
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico.
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle sole materie prime con asterisco.
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] Concorrono al limite di 4000 kg/giorno esclusivamente le materie
prime con asterisco.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
hh)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Saldatura di oggetti e superfici metalliche
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Saldatura di oggetti e superfici metalliche ed operazioni
assimilabili.
Nel caso di attrezzerie o reparti di manutenzione, l'attivita' di
saldatura, svolta saltuariamente, solo a tale scopo, e non parte del
ciclo produttivo della ditta, rientra tra le attivita' considerate
scarsamente rilevanti dal punto di vista emissivo.
Qualora vengano svolte operazioni di pulizia chimica o pulizia
meccanica/lavorazioni meccaniche, dovra' essere presentata anche
istanza di adesione agli specifici allegati tecnici:
• "Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di
solventi non superiore a 10 kg/giorno"
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' contenuta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Puntatura e Saldatura per fusione:
A.1 Ad arco elettrico (arco tra l'oggetto e l'elettrodo)
A.1.1 Ad arco elettrico normale
A.1.2 Ad arco elettrico con protettivo in gas
A.1.2.1 TIG
A.1.2.2 MAG
A.1.2.3 MIG
A.1.3 Ad arco elettrico con protettivo in polvere
A.1.4 Ad arco sommerso
A.2 Saldature a gas (il calore viene fornito dalla combustione di un
gas)
B. Saldature eterogenee
B.1 Saldobrasatura
B.2 Brasatura
C. Saldature speciali
C.1 Alluminotermia
C.2 Al plasma (compreso il taglio al plasma)
C.3 Con ultrasuoni
D. Operazioni assimilabili alle saldature/taglio termico
D.1 MASER
D.2 LASER
N.B. Alcune delle operazioni di cui sopra possono essere condotte in
atmosfera gassosa con utilizzo di gas tecnici inerti e non,
eventualmente in miscele dosate (ad esempio Elio, Argon, Idrogeno,
Anidride carbonica, ecc.).
Materie prime
1. Gas tecnici
2. Materiali di apporto
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
2. Valori compresi nel limite di 10 mg/Nm3 del parametro "Polveri".
Schede impianti di abbattimento
|================|==================================================|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|================|==================================================|
Soglia massima
Qualora il quantitativo di materiali di apporto (esclusi i gas
tecnici) sia inferiore a 50 kg/anno, la Ditta e' esonerata dal
rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del paragrafo
"PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE".
Qualora la ditta effettui operazioni di taglio e saldatura al plasma,
non vi e' esonero dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e
10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE
GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria.
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti.
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni.
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico.
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
|======================|====================|=======================|
| Materie prime | Gia' utilizzata | Quantita' in kg/anno |
|======================|====================|=======================|
Parte di provvedimento in formato grafico
[*] La quantita' annuale di materiali di apporto (esclusi i gas
tecnici) determina la soglia massima di 50 kg/anno, al di sotto della
quale la Ditta e' esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai
punti 9 e 10 del paragrafo "PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI
CARATTERE GENERALE".
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
ii)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Trasformazioni lattiero-casearie con produzione giornaliera non
superiore a 1000 kg
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Trasformazioni lattiero-casearie con produzione giornaliera non
superiore a 1000 kg.
Se l'attivita' e' svolta con produzione giornaliera massima non
superiore a 350 kg si e' nel campo di applicazione delle attivita' in
deroga di cui all'art. 272, comma 1 (Parte Quinta - Allegato IV -
Parte I - lettera y).
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Fasi lavorative
A. Lavorazioni finalizzate alla produzione di formaggi:
A.1 Ricevimento delle materie prime
A.2 Stoccaggio del latte e delle altre materie prime
A.3 Trasferimento in vasche di affioramento, a temperatura
ambiente
A.4 Affioramento della crema - Scrematura
A.5 Depurazione fisica
A.6 Standardizzazione (correzione percentuale di grasso)
A.7 Sosta del latte a temperatura controllata
A.8 Insemenzamento
A.9 Riscaldamento per favorire la coagulazione del caglio
A.10 Coagulazione acida o presamica
A.11 Formazione della cagliata
A.12 Lavorazione cagliata:
A.12.1 Sosta del coagulo
A.12.2 Rottura della cagliata
A.12.3 Cottura della cagliata in caldaia
A.12.4 Sosta della cagliata in presenza di siero
A.13 Estrazione cagliata
A.14 Riposo in forma o in fascere con o senza pressatura, nel caso
di formaggi a pasta filata acidificazione della cagliata e filatura
con acqua calda
A.15 Salatura
A.16 Maturazione, paraffinatura per formaggi a pasta filata
A.17 Pulizia della forma
A.18 Asciugatura
A.19 Operazioni varie:
A.19.1 Taglio
A.19.2 Essiccazione
A.19.3 Grattuggiatura non manuale
A.20 Confezionamento
B. Lavorazioni finalizzate alla produzione di yogurt:
B.1 Ricevimento delle materie prime
B.2 Stoccaggio del latte e delle altre materie prime
B.3 Depurazione fisica
B.4 Standardizzazione (correzione percentuale di grasso)
B.5 Concentrazione per evaporazione
B.6 Omogeneizzazione
B.7 Pastorizzazione
B.8 Coagulazione totale siero/proteine a temperatura controllata
B.9 Raffreddamento
B.10 Inoculo batteri lattici
B.11 Fermentazione
B.12 Rottura e lavorazione del coagulo
B.13 Raffreddamento
B.14 Aggiunta frutta o altro
B.15 Confezionamento
C. Lavorazioni finalizzate alla produzione di Burro:
C.1 Ricevimento delle materie prime
C.2 Stoccaggio del latte e delle altre materie prime
C.3 Trasferimento in vasche di affioramento, a temperatura
ambiente
C.4 Affioramento della crema - Scrematura
C.5 Depurazione fisica
C.6 Controllo acidita' della crema
C.7 Pastorizzazione
C.8 Raffreddamento
C.9 Zangolatura
C.10 Lavaggio
C.11 Impasto
C.12 Confezionamento
D. Lavorazione finalizzata alla produzione di latte in polvere:
D.1 Ricevimento delle materie prime
D.2 Stoccaggio del latte
D.3 Trasferimento in vasche di affioramento, a temperatura
ambiente
D.4 Affioramento della crema - Scrematura
D.5 Depurazione fisica
D.6 Omogeneizzazione
D.7 Preriscaldamento ad alta temperatura o pastorizzazione
D.8 Concentrazione
D.9 Essicamento
D.10 Raffreddamento
D.11 Setacciatura
D.12 Confezionamento
E. Lavorazioni finalizzate alla produzione di gelato:
E.1 Ricevimento delle materie prime
E.2 Stoccaggio del latte
E.3 Miscelazione
E.4 Pastorizzazione
E.5 Omogeneizzazione
E.6 Maturazione (mantenimento a basse temperature e sotto lenta
agitazione)
E.7 Congelamento (alla miscela viene addizionata aria finemente
dispersa)
E.8 Dosaggio (colatura in stampi, estrusione a taglio, dosaggio
volumetrico)
E.9 Indurimento (congelamento in tunnel)
E.10 Confezionamento
Materie prime
1. Latte
2. Sale
3. Additivi (ad esempio acido citrico, enzimi, batteri)
4. Frutta, marmellata, aromatizzanti e dolcificanti
Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche
Parte di provvedimento in formato grafico
Note
1. L'impianto/sistema di abbattimento dovra' obbligatoriamente
essere:
1.1. Installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto
previsto alla voce "Limiti" riportata nel paragrafo "Sostanze
inquinanti e prescrizioni specifiche";
1.2. Individuato nell'ambito della voce "Tipologia impianto di
abbattimento" riportata nel paragrafo "Sostanze inquinanti e
prescrizioni specifiche";
1.3. Conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede
identificative riportate nella parte finale del presente ALLEGATO.
Schede impianti di abbattimento
|================|==================================================|
| SCHEDA D.MF.01 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a tessuto) |
|----------------|--------------------------------------------------|
| SCHEDA D.MF.02 | DEPOLVERATORE A SECCO A MEZZO FILTRANTE |
| |(filtro a cartucce) |
|================|==================================================|
Soglia massima
Qualora la produzione sia inferiore a 550 kg/giorno, la Ditta e'
esonerata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai punti 9 e 10 del
paragrafo "CONSIDERAZIONI E PRESCRIZIONI DI CARATTERE GENERALE".
PRESCRIZIONI E CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
L'esercente deve fare riferimento alle prescrizioni e considerazioni
sotto riportate relativamente ai cicli tecnologici dichiarati ed
oggetto della domanda di autorizzazione.
1. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili devono essere
presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate
all'esterno dell'ambiente di lavoro.
2. Non sono sottoposti ad autorizzazione gli impianti cosi' come
individuati nella parte I dell'allegato IV alla parte quinta e
dall'art. 272, c. 5 del D.Lgs. 152/2006.
3. Gli impianti di abbattimento devono rispettare le seguenti
prescrizioni:
3.1. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono
essere previsti a valle dei presidi depurativi installati, per
consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga
opportuno, a monte degli stessi, al fine di accertarne l'efficienza.
Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento
alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e
modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche.
Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l'esercente
potra' applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e,
comunque, concordate con il Dipartimento ARPA competente per
territorio.
3.2. Un'opportuna procedura di gestione degli eventi o dei
malfunzionamenti deve essere definita da parte dell'esercente
dell'impianto cosi' da garantire, in presenza di eventuali situazioni
anomale, una adeguata attenzione ed efficacia degli interventi.
In ogni caso, qualora:
• non esistano impianti di abbattimento di riserva;
• si verifichi una interruzione nell'esercizio degli impianti di
abbattimento motivata dalla loro manutenzione o da guasti
accidentali,
l'esercente dovra' provvedere, limitatamente al ciclo tecnologico ad
essi collegato, all'arresto totale dell'esercizio degli impianti
industriali dandone comunicazione entro le otto ore successive
all'evento alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo il
ripristino dell'efficienza degli impianti di abbattimento ad essi
collegati.
Stoccaggio
4. Lo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e degli
intermedi, ove non prescritto nello specifico allegato tecnico di
riferimento, deve essere effettuato in condizioni di sicurezza ed in
modo da limitare le emissioni polverulente e/o nocive.
Qualora il materiale solido stoccato non presenti caratteristiche di
polverosita' e non contenga sostanze cancerogene e/o tossiche per la
riproduzione e/o mutagene (peraltro non ammesse nel caso di attivita'
in deroga secondo quanto previsto dalla Parte Quinta del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.), e' ammesso il ricambio d'aria attraverso sfiati,
in alternativa ad un sistema di aspirazione localizzato.
Laddove lo stoccaggio di materiale polverulento avvenga in silos, i
limiti di emissione si considerano rispettati a condizione che i
silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, la cui
efficienza di abbattimento sia dichiarata dal costruttore. Il sistema
adottato dovra' essere mantenuto in condizioni di efficienza secondo
quanto prescritto dal costruttore, e comunque sottoposto ad
operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito
registro.
Criteri di manutenzione
5. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del
sistema aeraulico devono essere definite nella procedura operativa
predisposta dall'esercente ed opportunamente registrate.
In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:
5.1. manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature
pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza almeno
quindicinale;
5.2. manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni
fornite dal costruttore dell'impianto (libretto d'uso / manutenzione
o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con
frequenza almeno semestrale;
5.3. controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e
degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al
servizio dei sistemi d'estrazione e depurazione dell'aria.
5.4. tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate
in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove
riportare:
• la data di effettuazione dell'intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l'indicazione dell'autore dell'intervento.
Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorita'
preposte al controllo.
Messa in esercizio e a regime
6. L'esercente, almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in
esercizio degli impianti, deve darne comunicazione alla Autorita'
competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del
d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per
territorio.
7. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti e'
stabilito in tre mesi a partire dalla data di messa in esercizio
degli stessi.
Qualora durante la fase di messa a regime si evidenziassero eventi
tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato
nella prescrizione autorizzativa, l'esercente dovra' presentare una
richiesta nella quale dovranno essere:
• descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la
necessita' di richiedere tale proroga,
• indicato il nuovo termine per la messa a regime.
La proroga s'intende concessa qualora la Autorita' competente di cui
alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06
competente per territorio non si esprima nel termine di 20 giorni dal
ricevimento della relativa richiesta.
8. In caso di impianto gia' in esercizio (rinnovo dell'adesione
all'autorizzazione in via generale, adesione ad autorizzazione in via
generale di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione o
sottoposto a diverso regime autorizzativo), l'esercente non e' tenuto
alla comunicazione di cui al punto 6.
In caso di impianto precedentemente non soggetto ad autorizzazione
l'esercente dovra' trasmettere alla Autorita' competente di cui alla
lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune
e al Dipartimento ARPA competenti per territorio i referti analitici
entro 90 giorni dalla data di efficacia dell'adesione
all'autorizzazione in via generale.
Qualora, nei casi sopra citati, sia stato presentato un progetto di
adeguamento il gestore dovra' trasmettere alla Autorita' competente
di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs.
n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti per territorio
i relativi referti analitici, qualora previsti, entro 90 giorni
dall'avvenuto adeguamento.
Modalita' e controllo delle emissioni
9. Dalla data di messa a regime decorre il termine di 20 giorni nel
corso dei quali l'esercente e' tenuto ad eseguire un ciclo di
campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli
impianti autorizzati.
Il ciclo di campionamento deve:
9.1. permettere la definizione e la valutazione della quantita' di
effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti
presenti ed il conseguente flusso di massa ed essere effettuato
nell'arco di 10 giorni a partire dalla messa a regime dell'attivita'
secondo le modalita' indicate nel punto 16;
9.2. essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al
metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero
essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento
all'obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in
essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell'effluente gassoso
e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei
criteri, della durata, del tipo e del numero di campionamenti ivi
previsti.
Gli esiti delle rilevazioni analitiche devono essere presentati
entro 60 gg. dalla data di messa a regime degli impianti, alla
Autorita' competente di cui alla lettera o) dell'articolo 269, comma
1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al Dipartimento ARPA competenti
per territorio ed essere accompagnati da una relazione finale che
riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni
generate nonche' quella delle strategie di rilevazione effettivamente
adottate.
10. Le verifiche successive devono essere eseguite con cadenza
biennale a partire dalla data di messa a regime degli impianti; la
relazione deve essere inviata al Dipartimento ARPA competente per
territorio e tenuta a disposizione.
11. I bilanci di massa relativi all'utilizzo dei COV, qualora
previsti, devono essere redatti con cadenza annuale (1° gennaio-31
dicembre) ed inviati al Dipartimento ARPA competente per territorio
entro il 31 marzo dell'anno successivo.
12. L'eventuale riscontro di inadempimenti alle prescrizioni
autorizzative deve essere comunicato dal Dipartimento ARPA competente
per territorio alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06 competente per
territorio al fine dell'adozione dei conseguenti provvedimenti.
13. Qualora sia necessaria l'installazione di sistemi di abbattimento
degli inquinanti, dovranno essere tenute a disposizione le relative
schede tecniche attestanti la conformita' degli impianti ai requisiti
impiantistici riportati negli specifici allegati tecnici.
14. L'esercente, se in possesso di piu' provvedimenti autorizzativi,
potra' unificare la cadenza temporale dei controlli previa
comunicazione alla Autorita' competente di cui alla lettera o)
dell'articolo 269, comma 1, del d.lgs. n.152/06, al Comune e al
Dipartimento ARPA competenti per territorio.
15. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo
degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o
magnetico, atto quindi ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi
depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati
sostitutivi dell'analisi periodica.
Metodologia analitica
16. Le rilevazioni volte a caratterizzare e determinare gli
inquinanti residui devono essere eseguite adottando le metodologie di
campionamento ed analisi previste dal D.Lgs. 152/2006 o, comunque,
dalle norme tecniche nazionali od internazionali disponibili al
momento dell'effettuazione delle verifiche stesse.
Eventuali metodiche diverse o non previste dalle norme di cui sopra
dovranno essere preventivamente concordate con il responsabile del
procedimento del Dipartimento ARPA competente per territorio.
Si ricorda in ogni caso che:
16.1. L'accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di
sicurezza secondo le norme vigenti.
16.2. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati
mediante apposizione di idonee segnalazioni.
16.3. I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle
condizioni di esercizio dell'impianto per le quali lo stesso e' stato
dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate
nel ciclo tecnologico.
16.4. I risultati delle analisi eseguite all'emissione devono
riportare i seguenti dati:
• Portata di aeriforme, espressa in m3 /h riferita alle condizioni
di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa detrazione del
tenore di vapore acqueo;
• Concentrazione degli inquinanti, espressa in mg/m3 riferita alle
condizioni di temperatura 0°C e pressione 0,101 MPa, previa
detrazione del tenore di vapore acqueo;
• Temperatura dell'effluente in °C;
nonche' le condizioni operative in atto durante le misure e le
conseguenti strategie di campionamento adottate.
RELAZIONE TECNICA SEMPLIFICATA
La relazione tecnica semplificata dovra' essere compilata secondo il
seguente facsimile in allegato ed unita alla domanda di adesione o
alla comunicazione di modifica.
Materie prime
Materie prime: barrare le materie prime utilizzate.
Gia' utilizzata: barrare se le materie prime erano gia' in utilizzo
si/no (attivita' esistente gia' autorizzata).
Quantita' in kg/anno: indicare la quantita' anno attuale e prevista
di materie prime utilizzate; se non gia' utilizzate indicare la
quantita' anno prevista.
N.B. Nell'ultima riga indicare la quantita' annua totale prevista
sommando le quantita' delle materie prime.
Parte di provvedimento in formato grafico
Produzione
Quantita' in kg/anno: nel caso di comunicazione di modifica indicare
la produzione annua attuale e prevista altrimenti indicare solo la
produzione annua prevista.
|========================|==========================================|
| Produzione | Quantita' in kg/anno [*] |
|========================|=====================|====================|
| | Attuale | Prevista |
|========================|=====================|====================|
[*] Concorre al limite dei 1000 kg/giorno.
Fasi lavorative, emissioni, impianti di abbattimento
Fasi lavorative: barrare le fasi lavorative effettuate.
Gia' effettuata: barrare se la fase lavorativa veniva gia' effettuata
si/no.
E n.: indicare l'emissione connessa alla fase lavorativa ed il numero
identificativo della stessa (esempio E1, E2 ecc.).
N.B. dalla stessa fase lavorativa si possono generare piu' emissioni.
Nuova: barrare se l'emissione e' nuova si/no.
Macchinari connessi: indicare i macchinari connessi alle emissioni.
Impianto di abbattimento: barrare si/no se e' previsto un impianto di
abbattimento ed in caso affermativo indicare la sigla di cui alle
schede identificative riportate nella parte finale del presente
ALLEGATO.
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Fasi lavorative | Gia' |En.| Nuova | Macchinari | Impianti di
| effettuata | | | connessi |abbattimento *
----------------|------------|---|-------|------------|--------------
Parte di provvedimento in formato grafico
oo)
Attivita' in deroga - D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte
II
Lavorazioni meccaniche dei metalli con consumo complessivo di olio
(come tale o come frazione oleosa delle emulsioni) uguale o superiore
a 500 kg/anno
CICLI TECNOLOGICI
Ambito di applicazione
Lavorazioni meccaniche dei metalli con consumo complessivo di olio
(come tale o come frazione oleosa delle emulsioni) uguale o superiore
a 500 kg/giorno.
Si ricorda che il gestore puo' richiedere adesione ad uno specifico
allegato tecnico qualora intenda svolgere l'attivita' descritta nella
dicitura dello stesso.
Si considerano lavorazioni meccaniche dei metalli:
• tornitura,
• alesatura,
• foratura,
• limatura,
• calandratura,
• imbutitura,
• bordatura,
• fustellatura,
• fresatura,
• tranciatura,
• trapanatura,
• filettatura,
• maschiatura,
• piallatura,
• piegatura,
• aggraffatura,
• cesoiatura
con consumo complessivo di olio (come tale o come frazione oleosa
delle emulsioni) inferiore a 500 kg/anno, sono comprese nell'elenco
delle attivita' di cui alla parte I dell'Allegato IV alla parte
quinta del d.lgs. 152/2006 e pertanto, ai sensi dell'art. 272, comma
1, dello stesso decreto, non sono sottoposte ad autorizzazione.
Gli effluenti provenienti da lavorazioni meccaniche dei metalli, se
captati e convogliati in atmosfera, devono rispettare i seguenti
limiti di emissione:
|=======================================|===========================|
| Emissione | Limite |
|=======================================|===========================|
| Polveri totali comprese nebbie oleose | 10 mg/m3 |
|=======================================|===========================|
Non sono prescritti autocontrolli periodici delle emissioni.
|===================================================================|
| SCHEDA CO.01 |
| IMPIANTO A CONDENSAZIONE |
|===================================================================|
SCHEDE IDENTIFICATIVE IMPIANTI DI ABBATIMENTO
Parte di provvedimento in formato grafico